La fiducia in se stessi: un passo alla volta!
La vera fiducia non ci può essere accordata dall’esterno. Nasce immotivata quando ci liberiamo dalla dipendenza del giudizio altrui e del mondo. Spesso parliamo della fiducia come un giudice parla in tribunale: fatti concreti, testimonianze, meriti. Chi basa la fiducia che ha in sé sull’approvazione che l’esterno gli dà è sempre e comunque inquieto, anche quando l’esterno è benevolo, poiché l’errore o il cambio di opinione delle persone sono sempre possibili. La fiducia è dentro di noi, siamo noi, è la nostra natura più intima. L’unico problema sono le idee che gli sovrapponiamo, in cui crediamo e che alimentiamo con la paura e l’ostinazione.
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Chi ti ama non rimane mai deluso dal tuo fare bene o male qualcosa, ti ama a prescindere da ogni cosa. Un figlio lo ami se è bravo e buono, se non sbaglia e non è insicuro? Se sei una pazza pensi che questo sia amore, altrimenti lo vedi per ciò che è: follia. È però vero anche che chi ti ama veramente non sosterrà mai i giochi di dipendenza che il tuo ego ferito mette di continuo in piedi, e forse per questo non ti permetti ancora di vivere o sentire una relazione che si basa sull’amore incondizionato. Sino a quando non siamo pronti a permetterci questo amore sarebbe meglio scavare dentro di noi per eliminare i blocchi che lo impediscono, e non lottare per avere una relazione che saturi il prima possibile il senso di vuoto che percepiamo. Due zoppi non fanno un uomo sano, vanno nel fosso.
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Chiedi di me. Ti parlo dei condizionamenti della mente, del potere distruttivo e isolante che esercitano su di noi quando siamo identificati a un’idea di noi stessi che dobbiamo confermare o che vogliamo rifiutare perché sono cose che ho sperimentato profondamente. Viene poi un momento in cui si comprende chiaramente che una vita fondata sul “cosa pensano gli altri di me, come appaio, come posso avere amore, attenzione, affetto, cosa dovrei fare secondo gli altri...”, è una condanna, una tortura che ci autoinfliggiamo. A quel punto non si smette di sentirsi a volte incapaci, sciocchi o dipendenti, ma si inizia a fregarsene sempre più, a prendere le distanza da quella personalità che prima proteggevamo o torturavamo. Quando il pensiero di aver bisogno della conferma esterna muore si comincia a vivere. Ci si permette di essere ciò che si è, senza più troppi giudizi e vergogna.
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Ho guardato a lungo nel cuore delle persone ed ho compreso che chi sa amare non chiede nulla, non giudica, non biasima. Ho scoperto che questo amore mi era invisibile sino a quando io per primo non l’ho concesso a me stesso. È una legge certa il fatto che riceviamo unicamente l’amore che ci concediamo. Tutto è dentro di te, ma i tuoi occhi sono ancora troppo rivolti verso il fuori, per questo credi ancora che la pace e la gioia siano là in qualche luogo e persona ignoti. Il fuori amplifica solo ciò che abbiamo dentro; se il tuo interno ti è ignoto, necessariamente il fuori ti apparirà inquietante. Prova a fare sempre meno cose per essere riconosciuta, accettata o per ricevere la fiducia di cui parli. Fa sempre più cose perché ti piacciono, perché ti danno piacere, per amore o compassione. Lascia vagare nella mente, senza dargli attenzioni, le vecchie nuvole dei giudizi pesanti, della svalutazione, del bisogno di conferme e rassicurazioni. Rimani il più immobile possibile con gli occhi rivolti all’interno e lascia che la tempesta passi. Sai, più guardi all’interno senza fissarti sulle nuvole, impaurita o iraconda, più scopri una cosa strana: tu sei è quel cielo azzurro che esiste sempre oltre la tempesta, incontaminato.
Frammenti di dialogo.
Tags: Ricerca della felicità, Equilibrio interiore, Pace della mente
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