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Storie e racconti

Scienza e spiritualità: Il re è nudo

Re nudoFabio ha scritto: Ciao Pier, dall’ultima volta che ti scrissi ho vissuto diverse esperienze, e una in particolare mi ha fatto più male che bene. Ho avuto modo di avvicinarmi ad una persona razionale e scientifica, anzi più di una, che mi hanno indotto a leggere alcuni testi di biologia e a riflettere sulle connotazioni della vita. Questi testi lasciano poco spazio al libero arbitrio, in parole povere dicono che le persone per eredità dei geni e imprinting dell'infanzia non hanno un libero arbitrio e non possono fare della loro vita ciò che desiderano perché la genetica e il passato infantile avranno sempre un ruolo determinante nella loro vita. Ora è da tempo che sono abbattuto e provo anche un certo astio verso i miei genitori, non so cosa fare nella vita, non vedo più magia, niente che vada al di là del mero concetto fisiologico della nostra esistenza, mi sento apatico e sconfitto, mi sono arreso. Io non credo in dio ma ho sempre pensato che la vita avesse di più da offrire, invece fa male scoprire che siamo solo un agglomerato di reazioni chimiche. Dimmi cosa ne pensi? Ho bisogno di un punto di vista diverso!

Grazie ancora,
Fabio

Pier ha risposto: Gentile Fabio, ti hanno indotto ha leggere testi di biologia e a riflettere sulle connotazioni della vita? Si usa il termine “indotto” quando una persona viene spinta a fare qualcosa attraverso pressione psicologia o da fattori esterni. Il dizionario italiano definisce infatti il termine “indotto” così: “Prodotto, suscitato da una causa esterna: disperazione i. da molteplici ragioni; istigato, spinto: i. con minacce a compiere una certa azione”.

Le parole che usiamo sono importanti, ci aprono un mondo, rivelano come viviamo e pensiamo, pertanto proviamo a riflettere. Usi un termine che ha una valenza negativa o perlomeno passiva. Indotto: suscitato da una causa esterna. Detto con altre parole: la tua spinta a leggere e riflettere sulle connotazione della vita deriva dall’esterno. Stai confermando quel che hai letto in quei libri che ti hanno demoralizzato. Non ti apre? Dal mio punto di vista ti sei abbattuto proprio perché quelle letture hanno rispecchiato un tuo modo di stare al mondo, cioè, spinto dall’esterno, condizionato. Alla fine della tua lettera dici, infatti, “ho bisogno di un punto di vista diverso”. Lo vedi? Cerchi ancora fuori, fra le opinioni della gente.

Non prendere male le mie parole. Ciò che stai facendo è cosa ottima, ma è solo l’inizio, e molte persone si fermano qui, al principio dell’indagine su loro stessi e la vita. Molte persone, dopo aver letto un po’ di testi di varia natura (scientifici, filosofici, spirituali…), riscontrando un dedalo di pensieri e teorie divergenti apparentemente più o meno valide, terminano la loro ricerca più confuse e spaventate di prima. Altre persone, invece, scelgono la teoria che più le rassicura, che più corrisponde al loro condizionamento e bisogno, e ne divengono prigioniere, ottusi difensori e divulgatori.

Non fermarti qui, è questo ciò che voglio dirti! Vai oltre, passa dall’essere “indotto”, all’essere “edotto”, cioè tremendamente motivato dall’intero tuo Essere a penetrare la realtà delle cose. Se vieni guidato dall’esterno, il primo che te la racconta meglio ti condiziona. Se poi trovi uno che la racconta meglio ancora cambi idea nuovamente. Ma la verità qual è? Può essere un’abilità a convincere? Non è forse un assoluto e tremendo riconoscimento che affiora dall’interno e che ci fa sentire totalmente e pienamente appagati, liberi, non più dubbiosi e incerti? Se una verità esiste dovrebbe avere queste caratteristiche, non credi? Ora, quante persone credo in mille cose, ma vivono comunque in perenne agitazione, se non addirittura ben più agitate di quando non avevano in testa strane idee? Tante! E sai perché più una persone crede in qualcosa, più diviene agitata e violenta? Perché ciò che abbiamo accettato come dogma, come fede ottusa, ci rimane addosso come un vestito che sappiamo trasparente, inconsistente, fasullo. Ecco allora che giriamo per il mondo tentando di convincere tutti ad indossare il medesimo vestito, affinché nessuno possa dirci che siamo nudi. La conosci la stupenda fiaba danese scritta da Hans Christian Andersen, “Gli abiti nuovi dell'imperatore”?

La fiaba racconta di un imperatore vanitoso, ossessionato dalla cura del suo aspetto fisico, e in particolare modo del suo abbigliamento. Due truffatori giunti in città raccontano di essere tessitori e di saper creare le vesti più belle del mondo con la peculiarità di risultare invisibile agli stolti e agli indegni. I cortigiani inviati dal re per valutare i lavori dei due truffatori non riescono a vedere nulla; ma per paura d’essere giudicati stolti e indegni, riferiscono all'imperatore di aver visto delle vesti stupefacenti. Il re decide pertanto di farsi preparare un abito dai due “abili tessitori”. Alla consegna del lavoro l'imperatore non riesce a vedere nulla, ma circondato da tutti i sui fidati uomini intenti ad elogiare il capolavoro, decide anch'egli di fingere e di mostrarsi stupefatto per la magnificenza del vestito, pensando di essere in realtà stolto e indegno. Ecco allora che il re viene portato su un baldacchino per sfilare fra le vie della sua città di fronte ai suoi cittadini che lodano a gran voce la bellezza del vestito dell’imperatore, anch’essi preoccupati di apparire sciocchi o incompetenti. "Ma l'imperatore non ha nulla addosso!", esclama a un certo punto un bambino. "Santo cielo", afferma il padre, "Questa è la voce dell'innocenza!". Così tutti si mettono a sussurrare quello che aveva detto il bambino. "Non ha nulla indosso! C'è un bambino che dice che non ha nulla indosso!" "Non ha proprio nulla indosso!", si mettono tutti a urlare alla fine. E l'imperatore pieno di vergogna, perché sa che hanno ragione; prosegue la sfilata pensando: "Ormai devo condurre questa parata fino alla fine!", e così si irrigidisce ancora più in se stesso, mentre i ciambellani lo seguono reggendo una coda di un vestito inesistente.

Che storia meravigliosa, piena di profonde verità! Così siamo e agiamo noi uomini sino a quando non risvegliamo la fiducia nella nostra innata capacità di distinguere il vero dal falso.

Se la tua ricerca scaturisce da un profondo e totale desiderio di verità nulla ti potrà fermare, imprigionare, poiché “Questa” è l’essenza della vera libertà dell’uomo: la possibilità di interrogarsi vagliando unicamente attraverso la propria intuizione interna la veridicità di ciò che vede, sente e capisce. Dimmi se non è libertà questa?

Gentile Fabio, dici di non credere in Dio, benissimo, dico io, a nulla dovremmo credere, perché ogni cosa va investigata personalmente, direttamente, totalmente, altrimenti diviene superstizione e condizionamento. Ora, però, mi chiedo: hai investigato totalmente, direttamente e pienamente sull’esistenza di Dio? Non credo! Lo dico perché prima di poter parlare di Dio dobbiamo investigare noi stessi. Quell’ente che chiede di Dio deve essere indagato profondamente altrimenti ogni altra indagine non ha alcun valore. Procedere così è vera scienza! Capisci? Come si può parlare di Dio, come di libertà di scelta, amore, compassione, e tutto ciò che riguarda l’uomo e la vita, senza sapere quel è la vera natura di colui che chiede e parla? È impossibile! Ogni cosa che viene detta senza prima aver indagato se stessi è vuota, figlia dell’ignoranza, della paura e della confusione, tanto più le parole spese da quei finti scienziati che dopo aver studiato un po’ di processi biologici saltano a conclusioni più grandi di loro.

Mille anni fa se qualcuno avesse detto all’uomo che attraverso onde radio ci si poteva parlare da un continente all’altro tutti avrebbero riso senza capire. Se oggi un uomo che ha realmente penetrato la propria dimensione interiore va a dire ad un circolo di ottusi scienziati che l’essenza dell’essere umano e del mondo è libertà e amore senza tempo, tutti si mettono a ridere.

"...analizzando e valutando ogni giorno tutte le idee, ho capito che spesso tutti sono convinti che una cosa sia impossibile, finché arriva uno sprovveduto che non lo sa e la realizza... La mente intuitiva è un dono sacro e la mente razionale è un fedele servo. Noi abbiamo creato una società che onora il servo e ha dimenticato il dono". (Albert Einstein)

Bene, lasciamo il riso sulla bocca degli stolti. La verità non la fermerà certo un manipolo di finti scienziati. Dico finti scienziati poiché la vera scienza incontrerà la vera religione, in realtà sta già avvenendo. Sono sempre le cose finte che lottano fra loro. Le finzioni sono per loro natura molte, e in contrasto. La verità come potrebbe essere plurima? Essere “Una-indivisibile” è la sua natura.

Ora il punto fondamentale sta nel conoscere se stessi. Se non conosco me stesso, ogni mio convincimento potrebbe esser frutto di sogni dettati dalla paura, dal condizionamento ambientale, dall’azione coercitiva dei mei genitori. Ma come faccio a conoscermi? Negando tutto ciò che non affiora dalla mia coscienza interna: in pratica ogni contenuto di pensiero relato all’idea di se stessi! Non la capacità di pensare ma i suoi contenuti appesi al gancio dell’Io sono.

“E' più difficile disintegrare un pregiudizio che un atomo”. (Albert Einstein)

Quando tutto ciò che non è “Io” è stato rimosso, ciò che rimane è l’Essere, per il quale non vale nemmeno più la parola “Io”. Infatti “Io” lo si può dire ed esperire solo sino a quando esiste un oggetto osservato. Se rimuovi ogni oggetto dalla coscienza anche il soggetto (la coscienza individuale) svanisce poiché esso è unicamente un epifenomeno prodotto dell’identificazione della Coscienza originaria con il contatto fra corpo e materia. Di queste cose comunque ne ho già parlato, approfonditamente. Se qualcuno volesse discuterne ancora usate pure lo spazio commenti qui sotto. Risponderò con piacere poiché credo che questo punto non si possa mai discutere e meditare a sufficienza.

Svaniti i contenuti mentali relativi all’idea di sé, che altro non son che condizionamenti, svanisce anche la percezione di se stessi come soggetti scissi dall’esistenza, e la percezione della coscienza si apre all’illimitato, al mistero, a ciò che non ha nome, che non è definibile, ma unicamente esperibile.

«Un essere umano è parte di un tutto che chiamiamo 'universo', una parte limitata nel tempo e nello spazio. Sperimenta se stesso, i pensieri e le sensazioni come qualcosa di separato dal resto, in quella che è una specie di illusione ottica della coscienza. Questa illusione è una sorte di prigione che ci limita ai nostri desideri personali e all'affetto per le poche persone che ci sono più vicine. Il nostro compito è quello di liberarci da questa prigione, allargando in centri concentrici la nostra compassione per abbracciare tutte le creature viventi e tutta la natura nella sua bellezza»

Albert Einstein

Questo invito alla sperimentazione della dimensione ultima interiore non è oggetto di speculazione. O se ne intuisce l’intrinseca verità e lo si desidera percorre totalmente attraverso chiara comprensione ( spesso chiamata meditazione o preghiera), o si deve tacere. Non lo si può negare o discutere.

Se uno scienziato ci dice che mettendo l’acqua su una pentola, quando questa avrà raggiunto i cento gradi, la vedremo trasformarsi in vapore, ha senso discutere, porta a qualcosa? Assolutamente no! Gli si dà un po’ di fiducia, si intuisce che la cosa è probabile, si prende una pentola, si accende un fuoco e si aspetta. Oppure si va a casa e si rimane con il dubbio. Ogni altra risposta è vaniloquio.

Ora, se un maestro spirituale afferma che rimanendo sempre più in silenzio e in osservazione dei propri processi mentali si giunge a scoprire che l’esistenza è amore e libertà senza tempo, che senso ha discutere?

Io ho percepito un richiamo interno immediato in tutti coloro che hanno parlato di questo esperimento interiore. Ho riflettuto un po’ ed ho visto con chiarezza la direzione che la mia vita doveva prendere. Ho intuitivamente scartato come palesemente false tutte le storielle che le religioni istituzionalizzate hanno appeso, per ignoranza o interessi, alle parole dei maestri spirituali e ho tenuto l’essenza.

Oltre il nostro groviglio egoico di pensieri e desideri si può partecipare a qualcosa di incommensurabile. Il mio egoismo è nocivo, ingannevole, ed è unicamente il prodotto dalla paura che mi provoca sapere più o meno inconsciamente d’essere ignorante rispetto alla mia natura più profonda e all’essenza della vita stessa. Questo è tutto! Non v’è nulla da discutere, v’è solo da vedere chiaramente e direttamente tutto ciò, e pertanto abbandonare quel groviglio di pensieri ed emozioni confuse che siamo, per ritornare alla Coscienza originaria, all’essenza, al divino, o come si voglia chiamare l’innominabile, il senza tempo, l’assoluto…

Fabio, tu dici: in parole povere dicono che le persone per eredità dei geni e imprinting dell'infanzia non hanno un libero arbitrio e non possono fare della loro vita ciò che desiderano perché la genetica e il passato infantile avranno sempre un ruolo determinante nella loro vita.

E vieni a chiedere a me di dirti qualcosa di diverso? Ma se sto esattamente ripetendo le stesse cose da sempre! Continuo a ripetere che viviamo come robot, che siamo solo il prodotto di condizionamenti ambientali, infantili, e, perché no, genetici. I geni in fin dei conti sono solo il prodotto dell’interazione fra psiche e ambiente, e viceversa.

Tutto ciò io vi aggiungo solo una cosa, che però è come aggiungere le chiavi della prigione alla tasca del vestito di un detenuto.

Se l’uomo che vive schiavo di processi genetici, ambientali e di condizionamenti infantili osserva se stesso, diviene libero da ogni catena, sino ad aprirsi alla scoperta dell’Ignoto.

Gentile Fabio, schiavi lo siamo tutti, pertanto lascia perdere le colpe dei tuoi genitori. Se in te non vi fosse stato il terreno adatto a far crescere i semi della schiavitù nessuno avrebbe potuto farti qualcosa.

In sintesi: prendi la chiave che hai nella tasca del tuo vestito da carcerato e scappa!

La chiave e la porta sono la conoscenza di sé.

Un caro saluto,
Pier
 
 

Tags: Psicologia, Riflessioni sulla vita, Crisi spirituale

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Commenti   

-3 # matrice 2012-10-23 07:04
un tizio un giorno mi disse:sai che è molto probabile che noi esseri siamo sognati da dio?Le scoperte avvengono sempre per caso o perche uno ci prova.......E allora dio dice.To guarda che impegno che ci mette quello li!Va bene facciamogli scoprire quella cosa li che sta cercando! ormai è qualche anno che ci prova.Pero aspetta.Ha un'utilità per il suo miglioramento sprituale?Vedia mo; lui scoprendo questo, farà questo... e poi questo.... e sbaglierà quello....che gli farà capire questo.Ok domani gli faccio scoprire quello che cerca.Ciao.M

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