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Spiritualità

L'importanza di avere un maestro spirituale

Mauro ha scritto: Buongiorno Pier, ti scrivo per chiederti qualche tua riflessione sull'importanza di avere uno o più maestri che ci possano seguire nel nostro cammino. Basta leggere libri, andare a convegni, leggere blog etc., oppure è il caso di conoscere personalmente e fare dei ritiri più o meno lunghi con un maestro? Ma soprattutto quali maestri? Ultimamente ho letto un libro che mi è piaciuto molto intitolato “A tu per tu con la paura[1]” dove gli autori si concentrano sulla risoluzione dei problemi personali prima di entrare in un percorso di risveglio spirituale. Avrei voluto tanto conoscerli e partecipare ad uno dei loro ritiri. Se hai qualche consiglio o riflessione da darmi e magari qualche luogo di meditazione o maestro da frequentare a Roma che possa aiutarmi te ne sarei molto grato. Buona giornata!

Pier ha risposto: Alcuni individui che amo molto e che personalmente considero maestri viventi sono  Eckhart Tolle ed Anthony Paul Moo-Young (Mooji), ma ce ne sono molti altri, per non parlare poi del patrimonio spirituale che lo scorso secolo ci ha regalato grazie al lavoro, ampiamente assimilabile attraverso libri e video, di uomini come Krishnamurti, Ramana o Nisargadatta. Direi poi che maestri di vita ne puoi incontrare ogni giorno e in ogni luogo quando da ogni cosa o persona cerchi di imparare qualcosa. Illuminata è meglio sia la nostra coscienza quando guarda e riflette le cose e le persone, più che le cose e le persone che sono fuori da noi. Se la luce non è minimamente accesa all’interno non v’è sole che possa dissipare la nostra notte interiore. V’è chi ha passato tutta la vita con Nisargadatta, Krishnamurti o altri grandi maestri ottenendo poco o nulla. V’è chi li ha ascoltati o letti un giorno soltanto e ha cambiato totalmente la sua vita. V'è chi si è raccolto solo sotto un albero in meditazione e a trovato la sua risposta. La fiamma brucia, ma se tu non ti getti nel suo fuoco il suo calore risulta vano, e sfortunatamente non v’è fiamma che ci possa rincorrere.

La scelta di assimilare un insegnamento e di praticarlo costantemente è unicamente nostra. In questo sta la grandezza, ma anche la condanna, della libertà individuale: la bellezza di poter essere artefici della nostra crescita e felicità, la condanna di poter essere all’infinito i responsabili della nostra sofferenza. Nessuno può imporci un cambiamento che non vogliamo, questo è un fatto! Ecco allora che tutte quelle storie di fantasmagorici maestri che solo con uno sguardo cambiano la vita di chiunque incontrano per me sono nel migliore di casi miti, il più delle volte fiabe che si racconta chi non vuole fare alcuna fatica. Lo sguardo di un uomo ha la risonanza che gli permette l’occhio che incontra, ed in questo è coinvolta una parte di volontà e una parte di destino. La volontà avvicina il destino, il destino potenzialmente forgia la volontà. Quando un uomo è assetato di libertà e verità, il luogo e il momento giusto arrivano di certo, magari nella forma di una formichina che trasporta una briciola di pane nel sole del mattino, così piccola e forte, così semplice ed esposta alla morte, come noi, come la vita.

Dici poi: “…gli autori si concentrano di più sulla risoluzione dei problemi personali prima di entrare in un percorso di risveglio spirituale”. Ma cos’è il risveglio se non la risoluzione dei problemi personali, primo ed ultimo fra tutti il problema di credersi un “Io” scisso dalla Vita, che tribola fra le cose del mondo, atteso dalla morte, dal nulla, dall’annientamento totale o da un ignoto angosciante alla fine del suo viaggio? Se un maestro è veramente tale, dal mio punto di vista, tutto il suo lavoro consiste unicamente nel rimuovere le idee illusorie che ci impediscono di vedere chiaramente chi siamo e cos’è questa immensa Vita di cui facciamo parte. Le idee illusorie che alimentiamo sono esattamente e totalmente ciò che comunemente chiamiamo “problemi personali”, i problemi di una personalità che nei fatti non esiste. Questa nostra tanto decantata personalità ha la sostanza dei sogni che facciamo la notte, dura per un po’, dà qualche piacere e molte tribolazioni, poi svanisce nel nulla del fraintendimento da cui è sorta. Se spiritualità significa risveglio, cioè comprensione e rimozione dei propri condizionamenti, vivere spiritualmente è una faccenda che riguarda la nostra attitudine giornaliera, la nostra intenzione sempre riaffermata di riflettere, sentire e comprendere noi, l’altro e la vita sempre, implacabilmente. Questa attitudine può essere rafforzata da certi incontri, letture, eventi o gruppi di lavoro, ma il suo nucleo è proprietà e responsabilità nostra. Come sapere se un gruppo è adatto a noi, se un individuo può essere, per noi, un buon maestro, se un libro ci sta veramente dando buone indicazioni o ci sta solo fuorviando? Questa spesso è la domanda che ci facciamo. La mia risposta è: là dove il tuo cuore si sente sempre più leggero e libero è la tua casa, la tua persona, la tua via. Questo non significa che a volte certe persone, situazioni o gruppi non ti possano far piangere lacrime amare o sentire profondi dolori. Una madre mentre dà alla luce un figlio grida di dolore, ma il suo cuore, piangente di gioia, non patisce pena alcuna. Nei dolori e nelle sofferenze utili al nostro cambiamento, se stiamo un po’ attenti, percepiremo un sotterraneo sentimento di necessità e serenità. Nel dolore inutile e reiterante percepiremo un senso di stupidità. Questa differenza va sempre tenuta in considerazione.

Buon proseguo di cammino!

Pier

P.S. A Roma conosco solo il Papa.

 


[1] Amana, Krishnananda: A tu per tu con la paura, Urra, 1997; Feltrinelli, 2006

Tags: Maestri spirituali, Crisi spirituale

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Commenti   

# mirtao64 2014-10-18 06:31
ciao Dadrim,
Grazie per quest tuo scritto molto profondo e leggero allo stesso tempo...il dolore e la sofferenza sia fisica che interiore spesso sono i mostri che spaventano soprattutto per chi nella sua vita di bambino ha subito violenze e umiliazioni.
Un caro saluto
# Peruffo Pierluigi 2014-10-21 19:00
Gentile Mirtao, la pratica del distacco della consapevolezza dai contenuti della memoria cura ogni tipo di ferita. Abbi pazienza e fiducia, non temere nulla perché tu sei l'osservatore di ogni fenomeno e mai ciò che accade, vedilo, scoprilo un po' alla volta! Non sono consolazioni ma fatti da svelare. A volte è difficile, stancante, ma quando ritorna un po' di energia, si riparte, sempre un passo più avanti rispetto a dove ci si era fermati, o meglio, un passo più vicini a sé. Dove sono ora quei dolori se non nella memoria? Voltagli le spalle e rivolgiti alla "luce" della tua stessa presenza interiore. Prima di ogni memoria e pensiero è la nostra vera casa, luogo da cui veniamo e a cui facciamo ritorno.

Un abbraccio
Pier
# mirtao64 2014-10-22 20:14
Grazie Pier,
la frase "A volte è difficile, stancante, ma quando ritorna un po' di energia, si riparte, sempre un passo più avanti rispetto a dove ci si era fermati, o meglio, un passo più vicini a sé" è molto incoraggiante.. .A proposito di maestri ;)
A presto
# alessandro mariotti 2014-10-21 16:43
Grazie per questo ispirato e felice testo!
# Peruffo Pierluigi 2014-10-21 18:51
Grazie a te!

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