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Spiritualità

Benvenuti nel mondo della dualità

Zanzare innamorate

Un’amica mi ha inviato questa riflessione – sintesi che trovo particolarmente rilevante e che desidero condividere con tutti Voi…

Cos’è il pensiero? Da dove affiora, chi o cosa permette che venga percepito? Chi o cosa c'è prima del pensiero? Dovrà esserci necessariamente uno sfondo fermo e immutabile nel quale il pensiero e qualunque altra emozione, percezione, sensazione, possa evidenziarsi, venire “sentita ed esperita”. Se non ci fosse lo sfondo immobile e immutabile dello spazio nessuna stella potrebbe nascere, brillare, esplodere, nessun pianeta, nessuna galassia o universo. Niente! Senza un fondamento-spazio nessun movimento e manifestazione sarebbe possibile. Nulla sarebbe. Lo stesso vale per il nostro mondo interiore. Non che dentro di noi ci sia uno spazio fisico infinito. È solo un'indicazione, una metafora. Quello spazio vuoto è uno “stato”, fuori dal tempo, senza luogo, silenzioso, ignoto, misterioso, che si può definire attraverso molti termini: il Tutto, Dio, il Sé, la Sorgente, la Coscienza Universale, Quello. È ciò da cui ogni cosa emerge e ciò in cui ogni cosa fa ritorno. Di fatto nulla esiste o è creato fuori da “Quello”. Egli “conosce” solo se stesso nel senso che “È” se stesso, è il Sapere non saputo, incomprensibile e innominabile compiutamente. Tutto ciò che sembra esistere fuori da quello “stato” è solo un pensiero, che è generato e manifestato sempre e solo in “Quello”, fatto della sua stessa sostanza, come tutto del resto! Quando nasce un corpo la Coscienza si identifica con esso e dice: “Io sono… il corpo…”. È da questo pensiero che emerge la coscienza individuale, il “me persona”, la separazione, il mondo e le cose. Ma in fondo è sempre la “Coscienza Universale” che sta sperimentando se stessa attraverso una forma fisica, umana, giocando alla vita.

Tu sei Quello, Quella Coscienza Universale… Ma quando dico “tu” non mi riferisco alla tua personalità, a Tizio o Caio, ma a quello che c'è prima di ogni formulazione e che permette a Tizio e Caio di vivere ed essere. Cerca di comprendermi sino in fondo. Chi o cosa sa in te che esisti anche quando dormi? Chi o cosa ci sostiene, fa battere il cuore, respirare, circolare il sangue e mantenere vive tutte le attività del corpo senza che noi si debba fare niente? Hai forse il controllo di come vanno le cose mentre dormi? Quando ti svegli al mattino puoi dire e testimoniare che hai dormito e sognato. Ma come fai a saperlo mentre dormi? Non puoi! Tu come coscienza individuale puoi testimoniarlo sempre e solo "dopo", quando le cose sono già accadute. Ma a noi, qui, è il “prima” che ci interessa. È il prima ad essere significativo, essenziale. È il prima ciò di cui stiamo parlando, poiché senza il “prima”, il fondamento, Quello, non esisterebbe nessuna coscienza individuale, nessun Tizio, Caio, nessun mondo, nessuna cosa.

La mente è un’estensione dalla coscienza individuale, e sarebbe un ottimo strumento se la si lasciasse libera di sperimentare il mondo e noi stessi attraverso un atto di pura consapevolezza, senza cadere nell’identificazione con il corpo, senza iniziare a sedimentare la convinzione che il “pensiero materiale” sia l'unica realtà. Attraverso tale distorsione percettiva la mente diviene unicamente uno strumento di difesa, di separazione, attraverso cui proiettiamo in continuazione pensieri di pericolo, di perdita, di vulnerabilità, di cose da ottenere, desiderare, possedere e temere di perdere... Benvenuti nel mondo della dualità, fatto di gioie e tanti dolori. Nulla di male se non fosse che la maggior parte delle persone tanto lo persegue quanto lo vorrebbe fuggire cadendo così in una contraddizione interiore che nel tempo diviene devastante.

Comprendi ora come tutto il nostro mondo, tutto ciò in cui crediamo, ciò a cui diamo valore o che temiamo sia solo un pensiero frutto di una percezione parziale, pertanto irreale, inconsistente. Ti faccio un esempio per provare a chiarire meglio la questione. Durante un viaggio ho un brutto incidente, lontana da casa, in un altro paese. Sono da sola e ho perso la memoria. Chi sono, adesso? Dov'è il mio passato, dove sono le mie passioni, le mie ossessioni, le persone che amo o che odio, il mio lavoro, la mia casa…? Tutto spazzato via… Chi sono adesso? C'è solo una mente svuotata da ogni deposito che negli anni aveva accumulato, svuotata da tutti gli affetti, le emozioni passate, le basi religiose o politiche, libera da tutte le cose costruite dal pensiero, dal tempo e dalla società. Nonostante io non abbia più nulla a cui ancorarmi e riferirmi per trovare un immagine di “me” rimane il senso del mio essere presente, qui, senza sforzo, senza pensieri. Ho perso ogni “ieri” e finalmente posso incontrare l’adesso. Senza un nome, una storia, una patria, senza che nessuno me lo dica, so di essere. Servono delle prove per sapere di essere? No! Serve una totale libertà da ogni “sospetto di personalità”.

La mente non potrà mai accettare la sua vera natura, la realtà da cui emerge e in cui si dissolve, perché l'abbiamo magistralmente addestrata ad esercitare una perpetua azione di separazione, a farci sentire solo dei corpi fragili e vulnerabili, bisognosi di tante cose, separati dal resto della creazione, dagli altri, da Dio, da noi stessi.

Come? Con il pensiero identificato alle percezione del corpo! Con il pensiero che afferma, vittima di una cieca convinzione, “io sono questo corpo”. È il pensiero che ti fa dubitare persino di chi semplicemente ti invita a scoprire cosa si cieli prima di ogni pensiero portandoti a credere che ogni ipotesi di libertà e amore senza tempo possano essere solo fantasia di un anima infelice, utili a “scappare dai problemi”! Ma i problemi non sono proprio il frutto del credere in specifici pensieri? Se ho perso la memoria dove e di chi sono i problemi?

Ecco il segreto, il trucco, comprendere e vedere come l’inganno sia solo il prodotto di una serie di pensieri che fissiamo nella mente. Rimani sempre più con la percezione del momento, senza attaccarti al passato, alla tua (che in realtà non è tua) storia personale, al “me”. Vivi dimenticandoti, con disincanto, senza darti troppa importanza, e quando puoi renditi “inesistente alla mente”.

Se Quello spazio vuoto è una fantasia o l'unica cosa reale e vera, devi scoprirlo da sola, nessuno può farlo al posto tuo, ti si possono dare delle indicazioni, degli approcci meditativi e di indagine, ma il lavoro, la ricerca e la scoperta spettano solo a te. O meglio, non a te come Tizio e Caio, giacché tu come coscienza individuale puoi solo permettere che accada la comprensione, null’altro. Tu puoi solo metterti da parte e lasciare che l’Essere emerga spontaneamente risvegliando quel puntino di coscienza separata che ora credi di essere.

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