Berlusconi assolto! Ma Noi italiani?
Berlusconi è stato assolto dall’accusa di prostituzione. Bene, questo riguarda l’aspetto penale. Ora vorrei però valutare alcuni fatti da un punto di vista etico, educativo e sociale. Sono fatti provati che Berlusconi organizzasse orgette varie. Non è un reato, ma forse non è nemmeno un valore aggiunto per un individuo che rappresentava e vorrebbe rappresentare ancora valori e percorsi educativi, istituzionali e legali in nome di un intero paese. Paese che per giunta si dice essere, nella sua maggioranza, cattolico. Ci tengo poi a ricordare che il paese pare composto ancora (se non sono già espatriati tutti) da molti neo maggiorenni e minorenni. A queste “festine disinvolte” partecipavano donne e uomini con ruoli pubblici e istituzionali, tutti avatar d’integrità e libertà intellettuale. E già qui la questione etica, educativa, spirituale, o come la si voglia chiamare, dovrebbe dirci qualcosa senza troppe riflessioni. È fatto provato che a questi festini, per errore, sia pure finita una minorenne, ricompensata in vari modi per le sue elevate prestazioni “artistiche”.
L’ex ministro dell’istruzione Mariastella Gelmini, coordinatrice lombarda di Forza Italia, in una dichiarazione a caldo ad Affaritaliani.it, pochissimi minuti dopo la sentenza, esprime tutta la sua gioia per l’assoluzione di Berlusconi: "E' una emozione fortissima. Quasi non ci speravo più. Ovviamente con il presidente l'abbiamo sempre saputo che era innocente, ma eravamo talmente abituati a sentenze negative che sembra incredibile. Sono davvero felice per lui e per tutti noi. Per una volta ha prevalso la giustizia, ed è un grande sollievo". Un ex ministro all’istruzione non ha altro da dire? Il suo Presidente organizza orge con ragazzine poco più che diciottenni, dove ci si infila pure almeno una minorenne accertata, ed afferma che ha prevalso la giustizia, che è un’emozione fortissima, punto e basta?
Sapete che fine fa, in un qualunque comune italiano, un nonnino più che settantenne se viene beccato a fare sesso con una ragazzina minorenne che paga e ricompensa lautamente per le prestazioni sessuali offertegli? Sapete i giornali di provincia cosa scriverebbero e il vociare popolare come bollerebbe il nonnino? Maniaco?
Quindi? Soldi e potere che hai, bolla popolare e giustizia processuale che ricevi?
Indro Montanelli sosteneva che la maggior parte degli italiani fosse disposta a pagare pur di vendersi. Che sia proprio così? O forse è peggio? Forse oggi si è persino disposti a vendere i propri figli pur di far piacere al potente, al padrone di turno?
Capitemi, non mi interessa il piano giudiziario della faccenda “Berlusconi-Ruby”, mi interessa il valore etico, e di conseguenza politico-sociale, di questi fatti.
Silvio e il suo partito pare raccolgano ancora più del 20 – 25% dei voti a livello nazionale.
Questo mi interessa, mi interessa capire come si possa pensare di affidare la guida morale di una nazione a persone simili. Sì, perché Politica significa prima di tutto etica e valori condivisi, almeno così mi avevano detto, e io concordavo pienamente, forse ingenuamente! Rammento poi che mi dissero che etica e valori non vanno a braccetto con “godimento a fottio” e soldi e potere sino a scoppiare. Me lo diceva la catechista, che non sopportavo, le maestre delle elementari, persino il panettiere a cui i ragazzini fregavo le caramelle dal cesto (io ovviamente ero innocente), oltre a mamma e papà. Ricordo però che già alle medie ne parlavano meno di queste cose, alle superiori quasi silenzio. Probabilmente all’università iniziano a spiegarci come divenire efficienti e di successo. Entrando nel mondo del lavoro completiamo l’opera impartendo il motto: asserviti per primo o sarai asservito. Forse qui sta il guaio, in queste tendenze strane, in questa forma d’educazione alla rovescia. Ecco allora che la Gelmini era la persona più adatta a ricoprire il ruolo di Ministro dell’Istruzione. Che stupido che sono stato!
Ora capisco perché un ex Ministro all’Istruzione, persona che dovrebbe tutelare e guidare soprattutto i minorenni del nostro paese e gli insegnanti/educatori, possa dire che la faccenda prostituzione che ha visto protagonista Berlusconi le scatena una grande emozione, senza sentire il minimo desiderio di spendere una parole di dissociazione almeno dal punto di vista educativo e morale. Fosse solo la Gelmini!
Gli avversari politici di Silvio? Non valutano più gli eventi da un punto di vista etico, ma unicamente sotto un piano tecnico processuale o funzionale volto alla gestione del potere. Se lo condannano va bene perché hanno un avversario in meno. Che lo condannino poi per furto di caramelle o prostituzione poco importa, l’importante è che vada fuori dalle balle! Figuriamoci cosa se ne fanno di valutazioni che toccano ricadute sul piano valoriale, esistenziale ed educativo delle persone, dei giovani, degli adulti e del paese.
Ecco allora che più di tutto mi interessa capire quella grande fetta di paese che si riconosce ancora in tutto ciò e in tutto ciò che questo sistema rappresenta. Come conciliamo questi aspetti evidentemente malati nelle nostre menti e nei nostri cuori?
Qual è la formula? Il nonnino di provincia è un maniaco, il miliardario o il potente di turno, se mi trombano la figlia e ci ricavo qualcosa, è proprio una brava persona? Non sto facendo il predicozzo della domenica, cerco solo di osservare i fatti, le contraddizioni, nel tentativo di comprenderli e trarne un nuovo significato, una via d’uscita a tutto questo non senso.
La prostituzione ha vari livelli, non v’è solo il corpo che si può vendere, ma anche la mente, le emozioni, i propri sentimenti e le proprie azioni. Il problema è che ci siamo così intorpiditi da non prendere nemmeno più in considerazione questi aspetti consequenziali. Non è certo il “dramma della santa Ruby ” il fulcro del mio discorso, ma la miseria di una nazione che non riconosce più il profumo e il significato della libertà e dell’integrità. La prostituzione delle posizioni, dei talenti, delle idee e del futuro dei giovani sono i veri fatti gravi, dove la faccenda “Ruby” è solo un indicatore, forse il meno grave e pertanto meno controllato, della modalità di un sistema intero. Forse è per questo che questa faccenda è venuta fuori così goffamente e comicamente. La consigliera comunale igienista dentale (e vi prego di immaginarvela mentre si presenta alla polizia) che va in questura per riprendersi una parente del presidente Egiziano, anche se questa è marocchina, dopo una telefonata fatta direttamente del Presidente del Consiglio, che spiega al funzionario della questura di temere un disastro politico internazionale? Nemmeno un film comico americano riuscirebbe ad inventare una storia così ridicola e demenziale, eppure in Italia è realtà! Un paese dove i singoli sono facilmente disposti a vendersi per il proprio tornaconto non forma una società, ma un luogo di malaffare.
Si racconta la storia del matto che si credeva Napoleone. Quel matto era però rinchiuso in manicomio. Che la società attuale abbia semplicemente allargato le mura del manicomio? Che il manicomio sia diventato così affollato e grande da permettere a quel matto di organizzare pubbliche elezioni ed essere votato come Presidente? Ma il matto che si crede Napoleone è meno matto di chi lo vota? E in questa metafora, oggi, nella nostra società chi sono i medici che dovrebbero curare i pazienti se i pazienti sono diventati così tanti da ritenersi sani? Se ci pensiamo, una maggioranza di folli che si riconosce sana può facilmente escludere, emarginare, denigrare o persino mettere in manicomio, ritenendoli completamente folli, quei pochi sani che hanno ancora il coraggio di parlare per provare a curare.
È pertanto evidente che l’unico fattore che può cambiare le cose siamo Noi cittadini, Noi individui dotati di coscienza, sentimenti e sogni che disegnano il futuro che vorremmo. Un singolo uomo non può stare al potere per vent’anni se la maggioranza della popolazione, opposizione compresa, non lo sostiene. Si è detto di tutto su Silvio, probabilmente per non fare i conti con noi stessi o, perlomeno, con chi ci è accanto.
Silvio dittatore, Silvio manipolatore, Silvio eroe, martire, grande lavoratore, genio politico, imprenditoriale... Probabilmente sì! Berlusconi, nella sua complessità e grazie alle sue indubbie capacità è stato tutto questo, ma ora basta, vi prego! Abbiamo bisogno di una coscienza collettiva integrata e radicata, non di una specie di stato mentale psicotico, seppur geniale. Sono nato con questo Silvio in tv e non voglio morire prima di lui, magari vedendolo ancora nello schermo mentre mi parla del futuro dei giovani che immagina. Forse i giovani dovrebbero emanciparsi un pochino dalla figura del padre padrone ispirato. Pare infatti che non siamo capaci di vivere senza leader, senza urlatori e seduttori. Che questi leader abbiano buone intenzioni o meno conta sicuramente poco rispetto alla potenza che può esercitare sul sistema ogni singolo individuo quando dice basta al male più grande: l’idea di non poter vivere onestamente, umilmente e liberamente. Sono queste idee che aprono le porte alla prostituzione della coscienza, al culto del leader, che quando fa bene diviene eroe e quando fa male diviene capro espiatorio.
Ripeto, non è Silvio che mi incute timore, non sono i nostri politici, ma siamo Noi come collettività fatta di singoli che non distinguono più ciò che è Valore da ciò che è disvalore, ciò che è diseducativo da ciò che è educativo, ciò che è amore da ciò che è prostituzione. Ma seguendo l’inevitabile logica di questo mio discorso, più di tutti temo me stesso quando sento di essermi allontanato dalla mia libertà di pensare e sentire senza paura ed egoismo. Ecco, se tornassimo ad avere paura della nostra sordità e aridità credo saremmo proprio vicini a una grande svolta!
Non sono i politici il problema! Loro sono dipendenti da Noi e non viceversa, loro sono l’effetto, Noi la causa! Il guaio è che pensiamo l’opposto e così rimaniamo inermi, sottraendoci, con le nostre stesse mani, responsabilità, coraggio, determinazione e lungimiranza. Così, spossati nell’animo, finiamo facilmente risucchiati dal sistema di prostituzione che ci circonda, divenendone inconsapevoli esecutori e mantenitori.
Silvio, se la devo dire tutta, è stato pure un uomo magnanimo con i suoi concittadini. Se fosse stato un altro, con il livello di “non pensiero e servilismo” che contraddistingue questa nazione, avrebbe potuto ridurre l’Italia peggio della Siria o dell’Iraq di Saddam.
Presidente, grazie! Grazie per essere la persona buona che è, nonostante i Suoi disturbi sessuali, la Sua megalomania e la Sua confusione etica, sociale e religiosa. Diciamocelo pure, qui in questo spazio di libertà e onestà. In questi anni, Lei, Presidente, ha un po’ detto tutto e il contrario di tutto, soprattutto sui valori, la famiglia, l’educazione e i giovani: Dudù mi è testimone.
Sa, anch’io la penso come i Suoi compagni di partito. Pensandola, ciò che oggi mi preoccupa maggiormente è la Sua eventuale mancanza, più della Sua presenza, perché dopo di Lei, chi colmerà quel vuoto di responsabilità, pensiero e sentimenti che oggi, a modo tutto suo, colma?
V’è però un aspetto che differenzia enormemente il sottoscritto dai Suoi compagni di partito. Io non penso che sia di primaria importanza trovarLe un buon sostituto, questo aspetto è secondario o perlomeno consequenziale ad un fatto che definirei causa prima di ogni bene: se non cambia la “coscienza interna” dei più, nemmeno Dio potrà fare qualcosa per questo paese. Un uomo dalla grande integrità morale e spirituale che sprona un popolo tutto perso nella rincorsa di cose effimere, dimentico della sua libertà e dignità intrinseca, che fine può fare?
Detto ciò, sottolineo ancora che parlo di Berlusconi non perché sia contro di lui o il suo partito e a favore di qualche altro schieramento. Chi mi conosce sa che mi è impossibile sostenere una parte per combatterne un’altra. Mi è impossibile schierarmi perché parto dalla consapevolezza che la soluzione dei problemi sta proprio nell’abbattere ogni contrapposizione attraverso un dialogo sempre nuovo e aperto alla scoperta dell’errore e dell’ignoranza. Vi sono cose buone e cose cattive in ogni partito. Il problema è proprio l’idea di schieramento. Se faccio parte di un gruppo sono sempre più occupato a demolire l’altro che a costruire il nuovo insieme e per la collettività. Quando ci si schiera si afferma unicamente la propria ottusità, paura e voglia di potere, ed è così che i semi d’ogni conflitto e violenza iniziano a germogliare. A prova di ciò, proprio in questi giorni, palestinesi e israeliani pagano a caro prezzo, per l’ennesima volta, queste premesse. Europa e Russia, poi, sembrano non essere da meno e non aver capito un gran che dopo due guerre mondiali (mi riferisco all’aereo di linea abbattuto in Ucraina).
Tutte prove a sostegno della teoria del manicomio globale! Non vi pare?
Ma torniamo a casa nostra…
Sì, lo so, lo so! Una voce mi sta dicendo che sembro rimasto un po’ indietro, che il Presidente del Consiglio oggi è un altro. Ma credetemi, non mi sono fissato, mi dispiace, ma non è così. Se abbiamo un altro Presidente è solo perché ci è piovuto dal cielo. Se non fossero successe “cose strane”, sulle quali non entro in merito, cose per cui non votiamo il Presidente del Consiglio da tre legislature, chi credete che ci sarebbe al Governo? Non siamo nemmeno stati capaci di autogestirci. Ci hanno un po’ messo sotto babisitteraggio. C’è chi dice che sia stata un’intromissione della Germania o persino degli U.S.A., ma che importanza ha chi è stato? Questo è quel che succede quando dei bambini non trovano una soluzione ai loro capricci e litigando rischiano di rompere i piatti pregiati di casa.
Oggi Silvio è stato assolto, bene! Alla fine della fiera quest’uomo ci rappresenta pienamente, pertanto abbiamo deciso di assolverCi più che di assolverlo. Ecco allora che con ancor maggiore convinzione torno a sostenere che siamo Noi a dover cambiare, un Noi dove ogni singolo individuo è totalmente libero e responsabile delle sue idee, delle sue azioni, delle sue adesioni e delle sue astensioni!
Credo che non saranno l'austerità che chiede l'Europa o le riforme che auspica Renzi a dare una svolta all'Italia. Questo paese deve "investire" (adesso si usano solo termini economici anche per dire che si va in bagno) nell'etica, l'educazione e quei minimi valori che permettono l'instaurazione di una società umana e non bestiale, qual è quella attuale.
Tags: Crisi economica, Politica
Commenti
Egli rappresenta appunto questa societa',l'abbi amo tirato su noi,non ha fatto niente di sbagliato o di male,che scandali? E' solo apparso al momento giusto nel terreno da noi seminato,rispec chiando totalmente la nostra coscienza fondata sulla separazione,sul l'emarginazione dell'anima,sull a prevalenza del piu' furbo,sulla competizione e sogni di potere,dai nostri desideri personali e dalle nostre scelte egoistiche,dal malcostume generale.Il fatto e' che nessuno viene a vedere dentro le nostre case,dove tutto questo e' riprodotto e vissuto in piccola scala:Cosa insegniamo ai nostri figli,come trattiamo,amiam o e rispettiamo i nostri partner,che esempio siamo per chi ci sta vicino,come ci comportiamo con i nostri possessi,con i colleghi di lavoro,con i capi,i nostri piccoli "vizietti",ecc, ecc,ecc. Non si spiega altrimenti come decine di milioni di italiani lo seguano da piu' di vent'anni.E' troppo comodo dare la colpa solo a lui quando tutti abbiamo collaborato,anc he tacitamente.La scelta e' spettata sempre a noi,ma evidentemente delle sue "colpe" non ne abbiamo mai fatto lezione per cambiare,prima noi,poi lui.
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