Legge d'attrazione
Tranchi ha scritto: Buondì Pier, te la sentiresti di esporre il tuo punto di vista sulla cosiddetta “legge d'attrazione”. Da quello che ho potuto constatare, alle persone questo argomento piace e coinvolge perché vorrebbero realizzare delle migliori condizioni materiali, un futuro di benessere, ecc. Secondo me questa legge è divenuta la preghiera della modernità, non più rosari tra le mani e ceri al Santo, ma si chiudono gli occhi, ci si concentra e ci si immagina nella situazione in cui si vorrebbe essere, o con l'oggetto visto in vetrina già addosso. Naturalmente perché il tutto si avveri, non bisogna mai allontanarsi mentalmente dall'immagine dell'ipotetico e agognato risultato. Cioè, se io volessi diventare ricca, dovrei immaginarmi sempre piena di soldi, una coperta fatta di soldi, il portafoglio vuoto sempre gonfio di banconote, magari prenoto un bel giro del mondo su di un sito lasciando in sospeso il "procedi all'acquisto". Pochi, prendendo per un istante valida la teoria, si sognerebbero di concentrarsi su migliorie più globali e urgenti. Tu che ne pensi? Questa Legge d'attrazione di gran moda, credo non abbia nulla a che fare col pensiero del blog, come potrebbe, se non fai altro che cercare di vuotarci la mente dei suoi contenuti? La mia Legge d'attrazione miracolosa è più che altro uno scambio: dò via e cerco di non trovarmi invischiata in pensieri, sogni, illusioni, concetti, soprattutto immagini, in cambio di una serenità e leggerezza che mille miliardi o altro non mi darebbero. Questo mi porta da una parte a vivere distaccata dagli affanni che i più hanno e, di conseguenza, ad essere più presente alla meravigliosa vita che accade. Però c'è un però: diverse volte hai detto che se noi ci identifichiamo con i pensieri e i loro patemi, finiremo per divenire quei patemi. Me la spieghi? Dovrebbe quindi valere anche se ci identifichiamo con pensieri positivi e belli. Ma non abbiamo detto che dovremmo trascurare gli uni e gli altri? Che dovremmo vivere nel nostro mondo interiore senza appigli e inganni? Senza scelte e giudizi? E poi, sarà forse un mio personale modo di vivere la vita, ma sento che essa è già più che abbondante per i fatti suoi, così com'è. Tuttavia bisogna pur trascorre l'esistenza, viverla con decoro, e nel contesto odierno e occidentale si ha bisogno di un minimo di autonomia economica. Ecco, vorrei un tuo parere. Come atteggiarsi nella praticità del vivere quotidiano? Come conciliare un atteggiamento e un'azione che siano in armonia e in coerenza con il nostro mondo interiore che vive più abbandonato e più vuoto di contenuti? Non riesco ancora a far convivere con equilibrio i due mondi che richiedono reazioni e atteggiamenti diversi. Cioè, ti chiedo, come si può definire il desiderio di voler concretizzare economicamente qualcosa sul quale si è speso tempo e passione? Non andrebbe in contrasto con ciò che abbiamo cercato di abbandonare, e cioè speranze, proiezioni nel futuro, illusioni, ecc.?
Pier ha risposto: Cara Tranchi, la tua domanda mi ha stordito! Mille domande in una domanda, ci vorrebbero due anni per entrare in tutti i dettagli delle tante sfaccettature dei quesiti che poni. Li abbiamo? Forse si, ma nel dubbio proviamo a darci un tempo più breve, quindi, risposte più intuitive e sintetiche. La legge di attrazione esiste! La maggior parte delle persone vorrebbe governarla per fare i comodi suoi. Questo è in parte possibile ma pericoloso quanto inutile. Ma, prima di tutto, cosa intendo per "legge di attrazione"? Come mi muovo, ciò che penso, dico e sento sono antenne radio che trasmettono messaggi al mondo esterno, questo è ovvio, vero? La psicologi moderna, nonostante non riconosca ancora la trasmissione delle energie sottili, non può fare a meno di riconoscere la trasmissione dei messaggi simbolici. Non v’è dubbio infatti che determinati modi di fare e di atteggiarsi trasmettano specifiche comunicazioni, sensazioni, emozioni e pensieri. Ora, facciamo l’esempio di una donna picchiata dal compagno.
Come mai di solito una donna che è stata spesso picchiata dal padre ritrova sempre uomini violenti? E come mai un uomo che ha visto il padre violento con la madre trova spesso donne che “accettano” giochi di violenza famigliare? La cosa è abbastanza semplice. Gli introietti infantili (in questo caso le memorie delle figure genitoriali, delle loro dinamiche a vari livelli), non resi consci, agiscono meccanicamente riproducendo il modello esperito. Il papà che è in me mi dà forma a livello emotivo, di pensiero e persino di movimento. Le emozioni plasmano i pensieri, i pensieri le emozioni, di guisa le azioni, e tutto ciò, assieme e reciprocamente, dà vita ad un mio specifico modo di camminare, guardare, sedere… Visti così, noi umani, siamo delle radio inconsapevoli che girano per il mondo trasmettendo richieste, domande, affermazioni che attendono solo la frequenza giusta su cui sintonizzarsi per dare vita a spettacoli più o meno orrendi o belli. Le mie comunicazioni inconsce dialogano o litigano “affinemente” solo con certe altre melodie e così via. È come con i lego. Sino a quando la nostra struttura emotiva-mentale è condizionata, inconscia, può combaciare solo con specifiche altre forme adatte all’incastro: la donna dipendente con l’uomo fragile-violento, l’uomo sicuro di sé e desideroso di potere e denaro con la donna o l’amico affini, e così via, generando l’infinita gamma di relazioni amorose, amicali e lavorative che il mondo presenta.
Se seguiamo questo discoro risulta che più il mio bagaglio mentale-emotivo è inconscio, più vivo meccanicamente, dominato da ciò che ho assimilato nell’infanzia. Più è conscio più comprendo perché mi comporto in un certo modo, di conseguenza posso decidere se modificare, mantenere o eliminare determinati “movimenti interni ed esterni”.
Questa è la base su cui poggia la legge di “attrazione prima”, ciò che in oriente è anche conosciuta come karma. Nulla di esoterico o strano: tutto molto semplice e concreto. Ciò che credi, senti e agisci lo getti all’esterno ricevendo un ritorno identico se non amplificato. Comprendi? Il mondo esterno è infinito, è composto da miliardi di persone con un numero infinito di sfaccettature personali. In questa infinitudine però, esistono delle "categorie" prevalenti, sia di individui che di attitudini interne all’individuo. Esistono cioè dei modi di pensare e agire più diffusi, determinati dalle appartenenze razziali, religiose, di classe… In un mondo infinito i miei occhi condizionati vedono e selezionano solo ciò che mi è più famigliare, soprattutto quando parliamo di scelte intime come la persona con cui stare, gli amici da frequentare, il lavoro da svolgere, il luogo in cui vivere e così via. Insomma, sino a quando non mi conosco le cose accadono determinate da schemi interni inconsci che trovano elementi affini nel mondo esterno: queste dinamiche sono chiamate da alcuni "legge d’attrazione". Quando invece un uomo è consapevole di ciò che pensa, sente e desidera, ciò che accade è chiamato "legge di volontà". Non ti pare? Se so chi sono, so anche perché sto con una certa persona, perché faccio un certo lavoro, cosa voglio e così via.
Se vogliamo, la chiara volontà di un individuo può anche essere detta “legge d’attrazione seconda” o “consapevole”, cioè risultante da desideri e pensieri che nella vita vado alimentando consciamente. V’è però da dire che spesso la seconda legge d’attrazione è unicamente una modificazione adulta della prima. Se da bambino i miei mi hanno fatto sempre sentire l’ultimo, povero, senza possibilità economiche, è probabile che nell’età adulta inizi a ricercare il denaro intensamente. La nascita delle motivazioni adulte è spesso la continuazione o il rovesciamento per reazione delle motivazione genitoriali che abbiamo introiettato nell’infanzia. A cosa porta questa "legge d’attrazione consapevole”? Aumenta sicuramente le probabilità di raggiungimento dei propri scopi, ed è questa legge che le persone vorrebbero comprendere e dominare. La cosa è abbastanza stupida. Se la mia mente è interamente focalizzata su un obbiettivo, quell’obbiettivo verrà raggiunto con una probabilità che aumenta in proporzione all’energia che vi coinvolgo. Tutto qui, nulla di magico. Questo principio lo conosce ogni individuo con un po’ di volontà focalizzata. Inoltre se l’energia impiegata in una direzione diviene totale il risultato sarà inevitabilmente totale poiché, essendo l’esistenza un fenomeno indiviso, quando l’interno di un individuo prende una forma l’esterno si mostra in quella forma.
Questo è anche il principio dei miracoli. Se desidero totalmente una guarigione la otterrò. Ciò che è imprevedibile, però, è il come. Come la otterrò? Stessa cosa vale per i desideri brucianti: come li otterrò e a cose mi porteranno? Non v’è risposta a queste domande. Posso focalizzare il mio desiderio sul denaro sino a non vedere altro che possibilità di speculare e guadagnare, ma le ricadute che le mie azioni avranno sulla mia vita rimangono indeterminabili, se non guai certi. Perché? Proviamo a pensarci. Quando la mente lavora focalizzata su un unico obiettivo, dimentica inevitabilmente tutto ciò che vive fuori da tale scopo, pertanto, il raggiungimento dell’obbiettivo primo va spesso a discapito delle condizioni generali di vita. Le condizioni circostanti, però, essendo il Tutto meno il sogno di un frammento (cioè l’obbiettivo ricercato), finiranno per prevalere.
Tradotto in fatti: divento immensamente ricco, ma mia moglie se la fa con il vicino, mio figli si droga, e magari ad un certo punto arriva pure la finanza che mi chiude l’azienda. Il mio obbiettivo primario può stare in piedi solo per un certo periodo senza subire grosse perdite e gradi dolori. L’amico Silvio sa di cosa parlo. Per tutta questa serie di motivi e altrettanti ancora, ritengo che tutto questo parlare di gestire e padroneggiare le leggi di attrazione per raggiungere personali scopi sia uno dei soliti sintomi della nostra società corrotta da desideri brucianti e totalmente dimentica della reale natura del Tutto.
Rimane però la domanda: che fare con i nostri condizionamenti che comunque determinano l’attivarsi di dinamiche attrattive e quindi generative di azioni e condizioni di vita a noi spesso ignote e avverse? È qui che entra in campo la meditazione, la conoscenza di sé, l’introspezione, e non le sciocchezze sul dominare leggi e attrazioni varie.
Più mi conosco, più sono consapevole del perché e del come agisco, penso e sento, più sono libero dal passato e, quindi, dalle dinamiche inconsapevoli. Più mi vuoto e più in realtà mi riempio di libertà, lucidità e pace. Quando libertà, serenità e pace affiorano, affiora anche il dolce e profondo amore per le cose che si fanno e per le persone che ci circondano. Quando l’amore è stabilizzato fai pure quel che vuoi. Lavora in banca, dirigi aziende, leviga pavimenti, non c’è problema, perché nulla farai se non per il bene degli uomini, sapendo coniugare ad arte il bene tuo con quello di tutti, il dentro con il fuori! Come dicevo ad un’amica del blog nel precedente articolo (Qual è il tuo talento). Trova il tuo amore e avrai trovato la tua strada. Certo, è probabile che certi ambienti lavorativi saturi di violenza e competizione non facciano per te, non ti lascino spazio d’azione o ti espellano violentemente. Bene, poco importa, tu prosegui per la tua strada cantando la tua canzone. I soldi necessari per vivere dignitosamente il tempo che ci è dato verranno. Il problema di molti uomini è più un problema di bisogni che di necessità. Necessità sono l’acqua, il cibo, un tetto, dei vestiti e l’amore. Bisogni sono tutto il resto. Soddisfare un po’ di bisogni è anche piacevole. Tentare di soddisfare la maggior parte dei bisogni, spesso a discapito dell’amore è la rovina dell’uomo.
Insomma cara Tranchi, fra il dentro e il fuori non v’è alcuna divisione. Il silenzio, l’amore e la meditazione, possono generare un fare lavorativo altrettanto silenzioso, meditativo e amorevole che porta inevitabilmente un po’ di denaro per rispondere alle necessità, spesso non sufficiente per appagare i mille bisogni. Spero di aver risposto esaustivamente alla tua domanda. Se così non fosse proseguiamo nei commenti.
Tags: Equilibrio interiore
Commenti
E se invece io ti dicessi che si',quando ho cominciato questo viaggio fantastico dentro di me,ho dovuto e voluto dare meno priorita' ad altri aspetti.Le cose non necessarie le ho abbandonate,que lle importanti,(fam iglia,lavoro,re lazioni,ecc)non e' che io le trascurassi,ma venivano i sensi di colpa perche' mi sembrava per esempio,quasi di amare di meno i miei figli o le persone a me care.Non so cosa stesse succedendo,ma debbo addurre tutto alla Meditazione essendo l'unica cosa che facessi.Mi dicevo che la Meditazione non mi portava a niente,a nulla di tangibile,tocca bile con mano,nessun effetto speciale riscontrabile.E ro pure delusa!.Per forza,mi aspettavo qualcosa dalla mente! Quante volte ne abbiamo parlato,quante volte mi hai ripresa sui desideri di raggiungimento della mente! Ora capisco,capisco e constato che si,mi raccoglievo in solitudine per meditare,ma Essa senza che io ne facessi diretta esperienza,pian piano mi apriva a tutte le infinite possibilita' e potenzialita' d'Amore.Mi sta aprendo alla totalita' e alla indivisibilita' di tutte le cosa.E quello che provo non so descriverlo,non ho le parole adatte..Con questo non voglio certo sottintendere che io abbia raggiunto qualcosa,sono sempre la Tranchi cosciente di se,ma e' come se vivessi in 3D,a 360 gradi,come se le cose mi apparissero allargate e ingrandite,come se un fatto o una circostanza non fosse circoscritta a se stessa ma fosse parte di un oceano di propabilita' e possibilita'.Or a ti chiedo: Tu ben conosci la mia seria e intensissima Domanda,domanda e parola anch'esse abbandonate,ma come mai la legge d'attrazione non mi ha rinchiusa e limitata nella cosa che volevo attrarre,ma me ne fa invece schizzare fuori,vastamente?
Un infinito saluto
Ora, quando una persona "imbocca la direzione giusta" l'attrazione per la "domanda ultima" in principio serve solo come bastone per muovere e porre bene la legna dei condizionamenti sul fuoco della coscienza. Alla fine anche il bastone viene gettato nel fuoco. Così spiegava metaforicamente la pratica dell'indagine sul Sé il maestro Ramana.
La legge d'attrazione non ti può limitare in quel sé che tu cercavi perché essendo tu stessa quel Sé, se fai le cose con serietà e intelligenza, alla fine svanisce la ricerca, la domanda e pure l’idea del Sé.
Ciò che non è diviso come potrebbe conoscere se stesso?
Possiamo vivere, amare, essere la “domanda ultima”, ma non conoscerla e pertanto possederla.
Non essere impaziente con gli amici del blog. Se la vita vorrà portarli qui a scambiare due parole lo farà, altrimenti parleremo noi due, finché vorrà…
Ciao Tranchi!
Grazie ancora!
Seconda cosa, ti puoi concentrare su obbiettivi specifici, magari positivi, ma non puoi concentrarti sull'amore, Dio o la pace. Questi non sono oggetti di tuo possesso, raggiungimento o tua gestione. Questi sono l'infinito da cui sorgi, in cui sprofonderai e che ti trascende. In essi puoi solo abbandonarti e liberarti. La meditazione, almeno per come la intendo io, è un processo di abbandono della focalizzazione e frammentazione della mente. Quando tu come idea scissa d'esistenza ti arrendi, ciò che già è si rivela alla tua mente, portandole pace e libertà.
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