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Sulla crisi sociale ed economica mondiale

Pierluigi ha scritto: Ciao Pier, sono Pierluigi, vivo da un anno e mezzo a Granada, studio Psicologia e mi incanta. Non so in che livello di manipolazione siano arrivate le informazioni in Italia riguardanti la attualità Spagnola, o meglio.. riguardanti un movimento chiamato "15M". Questo movimento è nato dall'indignazione del popolo spagnolo nei riguardi dei politici e banchieri. Sentendoci "mercanzia" nelle mani di quest'ultimi ci siamo organizzati, e attraverso l'occupazione di moltissime piazze Spagnole, cosparse in tutto il territorio nazionale e sostenute da moltissime altre "accampate" in tutta Europa e non solo, stiamo cercando di rivendicare i nostri diritti, di sensibilizzare tutta la popolazione, e reindirizzare quest'ultima a rientrare in possesso della loro forza attraverso l'unione e la pace. Sono diversi giorni che assisto attivamente nell'occupazione della piazza del Carmen di Granada. Durante il giorno c'è un'atmosfera di coesione, pace e unione, però, durante la notte, e in particolare durante l'assemblea generale, si sono creati momenti di tensione e di disorientamento. I temi sono variopinti, alcuni molto pratici, altri più utopistici. La sensazione generale è quella di voler cambiare il mondo alle radici!!! Semplicemente (e questa è una opinione personale) non so se ci siano i mezzi. Parliamo di cambiare i principi sopra i quali poggia l'economia e la politica attuale. Cerchiamo di agire in una forma che si avvicini il più possibile a un Democrazia pura. Però vedo molte lacune, mancanze, relative ad aspetti pratici e culturali. Allo stesso tempo vedo moltissima convinzione, unione e resistenza. Qra mi chiedo:"sarà vero quel che dice lo slogan più amato..”el pueblo unido jamàs serà vencido” (il popolo unito mai sarà vinto)? Oppure, l'alto livello di corruzione, l'assenza del senso della moralità e dell'eticità, ma soprattutto i meccanismi economici dietro i quali i politici si proteggono e diffondono il frutto della loro inumanità, arresteranno questo movimento innescato dall'istinto e dall'idea di umanità e dignità che finalmente hanno ritrovato spazio nel risveglio di questo popolo così sensibile e umano?

Un’ultima cosa, come possiamo essere certi del fatto che tutto ciò non sia in verità controllato e manipolato dai piani superiori di questo sistema con determinati scopi e strategie? Vedo diverse ambiguità dal punto di vista organizzativo (utilizzo di piattaforme virtuali) e anche un gran stupore nel vedere come sono accorse grandi masse in pochissimo tempo, cosa che altri movimenti simili, dotati di molta più esperienza non sono mai riusciti. Tutto ciò necessita di un'organizzazione che, dal mio punto di vista, il popolo per sé solo non possiede. Confido tuttavia nell’umanità dell’umanità, anche se a volte mi sembra di raccontarmi una favola.

Spero di trovare una condivisione da parte di tutti i nostri compagni del blog.

Un saluto e un abbraccio..
Happy life :-)

Pier ha risposto: Il problema che concerne la progressiva corruzione della società e delle sue istituzioni, con la conseguente necessità di rigenerazione, è antico quanto il mondo e tutt'oggi irrisolto. Perché? Perché l'uomo è consapevole di sé quanto un criceto! L'uomo cerca di cambiare unicamente la struttura della società senza voler cambiare se stesso. La storia ci insegna che i popoli si rivoltano contro coloro che detengono il potere quando questi divengono eccessivamente violenti e oppressivi. Peccato che la maggior parte degli individui si assomigli! La maggior parte degli uomini, che sia di destra, di sinistra, religiosa, atea, occidentale, orientale, bianca o nera, porta nel proprio cuore i semi della violenza, dell'odio, del narcisismo, in una sola parola, dell'egocentrismo. Chi detiene il potere viene spodestato da individui che non appena iniziano ad avere essi stessi un po' di potere, in un tempo più o meno breve, riproducono le  medesime miserabili azioni di sempre. Perché? Perché non sono ancora nati abbastanza individui capaci di vivere liberi dal proprio egoismo, perché le persone non si conoscono, pertanto ritengono di essere diverse da chi li opprime e sfrutta, senza rendersi conto che in realtà l'unica differenza la fa il fatto che non ricoprono cariche istituzionali o di potere in generale. È facile parlare di equanimità, libertà e giustizia quando si è impotenti e oppressi, non lo è altrettanto quando si hanno i mezzi per dominare e sfruttare gli altri. Il potere in sé non è né buono né cattivo, dipende tutto dall'animo di coloro che lo esercitano. Siamo noi pronti a gestire una qualche forma di potere sulla collettività? Pensiamo di essere sufficientemente liberi? Non stiamo già forse tentando di avere potere e abusarne all’interno delle nostre quotidiane relazioni?

Vorrei condividere con te, Pierluigi, e con tutti gli amici del blog, le significative parole che Aldous Huxley e J. Krishnamurti ci hanno lasciato proprio in relazione a questi temi.

Prefazione di Aldous Huxley al libro “La prima ed ultima libertà” di J Krishnamurti.

<<Ama et fac quod vis. Se si ama, si può fare ciò che si vuole. Ma se si comincia col fare ciò che si vuole, o col fare ciò che non si vuole, per obbedire (o resistere*) a qualche sistema, a qualche nozione, a qualche ideale e divieto tradizionali, non si amerà mai. Il processo di affrancamento deve iniziarsi con la consapevolezza, priva di scelte preconcette, di ciò che si vuole e delle nostre reazioni al sistema di simboli che si dice che si dovrebbe, o non dovrebbe, volerlo. Mediante questa consapevolezza senza scelte, col suo penetrare graduale degli strati dell'ego e dell'inconscio ad esso associato, verrà l'amore e l'intendimento, ma saranno di un ordine diverso rispetto a quelli cui siamo avvezzi>>.

Parole di J. Krishnamurti tratte dal libro “La prima ed ultima libertà”.

<<Qualunque sia la misura, e qualunque sia la saggezza, con cui si può promulgare una legislazione, la società si troverà sempre nel processo di decadimento perché la rivoluzione DEVE AVER LUOGO ALL'INTERNO E NON PURAMENTE ALL'ESTERNO. Penso sia importante comprenderlo; non sorvoliamo su ciò. L'azione esteriore, una volta compiuta, è finita, è statica; se la relazione tra gli individui, che è la società, non è il risultato di una rivoluzione interiore, allora la struttura sociale, essendo statica, assorbirà l'individuo e, pertanto, lo renderà egualmente statico, ripetitivo. Rendendosene conto, rendendosi conto del significato straordinario di ciò, non vi sarà questione di accordo o disaccordo. È un fatto che la società sempre si cristallizza e assorbe l'individuo; e che una rivoluzione continua, creativa, può verificarsi soltanto nell'individuo, non nella società, non all'esterno. Vale a dire che una rivoluzione creativa può aver luogo soltanto nelle relazioni individuali, che sono la società.

Vediamo come la struttura della società attuale in Italia, in Europa, in America, in ogni parte del mondo stia rapidamente disintegrandosi, e lo sappiamo all'interno delle nostre stesse vite. Possiamo osservarlo non appena scendiamo in strada. Non ci occorrono grandi storici per dirci il fatto che la nostra società è in dissoluzione; e che occorrono nuovi architetti, nuovi costruttori per creare una società nuova. La struttura nuova va costruita su fondamenta nuove, su fatti e valori scoperti di fresco. Tali architetti non esistono ancora. Non vi sono costruttori, nessuno che, osservando, si renda conto del fatto che l'intera struttura va in rovina e che si trasformi dunque in architetto. È questo il nostro problema. Vediamo che la società si dissolve e si disintegra, e siamo noi, voi ed io, che dovremo esserne gli architetti. Voi ed io dovremo riscoprire i valori e costruire su basi più fondamentali, durevoli; perché se guardiamo agli architetti professionisti, ai costruttori politici e religiosi, ci troveremo precisamente nella medesima posizione di prima.

Poiché voi ed io non siamo creativi, abbiamo ridotto la società al caos; così voi ed io non siamo creativi, perché il problema è urgente; voi ed io dovremmo essere consapevoli delle cause del collasso della società e creare una struttura nuova non fondata sulla pura imitazione, ma sul nostro intendimento creativo. Ora, ciò implica, non vi pare?, un pensiero negativo. Il pensiero negativo è la forma più alta di intendimento. Cioè: per comprendere che cosa sia il pensiero creativo, dovremo affrontare il problema negativamente; perché un modo positivo di affrontarlo – che, cioè, voi ed io si divenga creativi per costruire una struttura nuova della società – sarebbe puramente imitativo. Per intendere che cosa stia crollando, dovremo investigarlo, esaminarlo negativamente: non in base ad uno schema positivo, ad una formula positiva, ad una conclusione positiva. Perché la società crolla, rovina? … Una delle ragioni fondamentali è che l'individuo, tu, ha cessato di essere creativo. Chiarirò quel che intendo. Voi ed io siamo diventati imitativi; copiamo, sia all'interno che all'esterno. All'esterno, quando impariamo una tecnica, quando comunichiamo l'uno con l'altro a livello verbale, ovviamente deve esservi in qualche grado un'imitazione, una copia. Io copio le parole. Per diventare ingegnere, dovrò anzitutto apprendere la tecnica, e quindi adoperarla per costruire un ponte. Nella tecnica esteriore occorre una certa dose di imitazione, di copia; quando però v'è ne è all'interno, quando vi è imitazione psicologica, senza dubbio si cessa di essere creativi.

La nostra educazione, la nostra struttura sociale, la nostra cosiddetta vita religiosa, sono tutte fondate sull'imitazione: vale a dire, io mi adatto ad una formula particolare, sociale o religiosa. Ho cessato di essere un individuo reale; psicologicamente, sono diventato una macchina puramente iterante; con certe risposte condizionate, siano esse quella indù, quella cristiana, quella buddista, quella tedesca, o quella inglese. Le nostre risposte sono condizionate in funzione degli schemi della società, sia essa orientale oppure occidentale, religiosa oppure materialista. Perciò, una delle cause fondamentali della disintegrazione della società è l'imitazione; ed uno dei fattori di disintegrazione è il leader, la cui vera essenza è l'imitazione.

Per intendere la natura di una società disgregante, non è forse importante ricercare se voi ed io, l'individuo, possiamo essere creativi? Possiamo vedere che quando vi è imitazione deve esservi necessariamente disintegrazione; quando vi è autorità è inevitabile copiare. E poiché tutta la nostra sovrastruttura mentale, psicologica, è fondata sull'autorità, occorre libertà rispetto all'autorità, per essere creativi. Non avete osservato che nei momenti di creatività, in quei momenti veramente felici, di interesse vitale, non si ha senso di ripetizione, non si ha alcun senso di copia? Tali momenti sono sempre nuovi, freschi creativi, felici. Così vediamo che una delle cause fondamentali della disintegrazione della società è l'imitazione: cioè il culto dell'autorità.(...)

(...)Ora, senza conoscere voi stessi, senza conoscere il vostro proprio modo di pensare e la ragione per la quale fate certe cose, senza conoscere il background del vostro proprio condizionamento e i motivi per i quali nutrite certe fedi sull'arte e la religione, sul vostro paese e il vostro vicino e su voi stessi, in qual modo potrete veramente pensare ad una qualsiasi cosa? Se non conoscete il vostro background, se non conoscete la sostanza del vostro pensiero e donde esso provenga, senza dubbio la vostra ricerca è profondamente futile, e la vostra azione non ha alcun significato. Non vi pare? E che siate americano o indù, o quale sia la vostra religione, non ha alcun significato. Prima di poter scoprire qual è lo scopo ultimo della vita, che cosa significhi tutto – guerre, rivalità nazionali, conflitti, tutto questo guazzabuglio – dovremo cominciare da noi stessi: non è forse vero? Suona tanto semplice, ma è estremamente difficile.

Per seguire se stessi, per vedere il modo in cui funziona il proprio pensiero, è necessario essere straordinariamente attenti, sempre più attenti, così che, quando si comincia ad essere sempre più attenti ai meandri del proprio modo di pensare, delle proprie reazioni, dei propri sentimenti, si comincia pure a possedere una consapevolezza maggiore non soltanto di se stessi, ma anche di un altro con cui si stia in rapporto. Conoscere se stessi è studiarsi nell'azione, che è relazione. La difficoltà è che siamo troppo impazienti; vogliamo riuscire, vogliamo raggiungere uno scopo, e così non abbiamo ne il tempo ne l'occasione di concederci l'opportunità di studiare, di osservare. (…)

Ricercare dei maestri, ed i loro sistemi, per tutto il mondo, leggere i libri più recenti su questo e su quello, e via discorrendo, a me pare terribilmente vuoto, terribilmente futile: perché potrete girare tutta la terra ma a voi stessi dovrete ritornare>>.

Buona rivoluzione a tutti noi!
Un caro saluto,
Pier

 

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Commenti   

# giorgio 2011-06-06 03:55
Interessante su You Tube il film "Kimatica" di Benjamin Stewart, (anche con sottotitoli in italiano), suo sempre su You Tube "Esoteric Agenda". Solo in inglese purtroppo tutto il lavoro di Max Igan, di Bruce Lipton ed altri ancora.
Un buon sito è "New Realities", del mio amico Alain Steinfeld. "Kimatica" di Ben Stewart è buono per comonciare...ci aooo!
# Renato 2011-06-06 11:55
Grillo sará un comico ma ha dato uno scossone e fatto delle proposte ;anlizziamole e prendiamo in considerazione questomovimento che rifiuta le sovvenzioni sttatli e ha presentato delleporoposte che sono in antitesi della legge elettorale PORCELLUM, passate parola e incominciamo a cambiare dal basso!!!!!!!!!! !!!!!!
# Renato 2011-06-06 11:59
Grillo sará un comico ma ha dato uno scossone con il Movimento 5 Stelle che prima di tutto rifiuta le sovvenzioni dello stato ai partiti ed é in completo antitesi della legge elettorale PORCELLUM, prendiamolo in considerazione miglioriamola perché il cambio viene dal basso!!!!!!!!!! !!
# GiacomoB 2011-06-06 12:32
... ma Dadrim chiede che a cambiare sia l'interiore prima di dare fiducia a Grillo.

Pierluigi ha il dubbio se il fatto che questa protesta sembra andare avanti non sia comunque per scopi egoistici di quello o quell'altro. Anche qui Dadrim dice che l'interiore è la radice del cambiamento che si vuole vedere fuori ... e quindi il motivo per cui fuori si vedono sempre più cose sbagliate è l'interiore della persona.

Se una persona non vedesse il male fuori di se significa che è corretta interiormente.
# pierluigi 2011-06-06 13:48
Grazie Dadrim per una cosi amplia riflessione....
Vedo chiara la questione inerente al "levigare l'interno",per apprezzare un buon lavoro dall'esterno..
Semplicempente vorrei che il lettore,al termine di questa riflessione,pos sa favorire di una sensazione positiva...cred o questa sia una sana manifestazione dell'indignato e del esasperato..tra tti tipici della persona "disequilibrata ",in assenza d'equilibrio..c ome potremmo non essere cosi,finche l'educazione,gl i schemi sociali,la societá in generale,non è minimanente indirazzata a quest'equilibri o?..credo giusta l'approvazione di tutti coloro che si ritrovano stanchi ed indignati..per manifestare il loro disdegno..ma soprattutto,per provare a incanalare quest'ultimo in un atto creativo...
perchè è meglio perdere avendoci provato al massimo,che perdere senza neanche aver fatto partecipe della nostra grande forza questo sistema!!!

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