Via il crocefisso dalle scuole
Davide ha scritto: Caro Pier, potresti commentare questo frammento di articolo: “La presenza dei crocefissi nelle aule scolastiche costituisce «una violazione del diritto dei genitori a educare i figli secondo le loro convinzioni» e una violazione alla «libertà di religione degli alunni». Lo ha stabilito la Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo accogliendo il ricorso presentato da una cittadina italiana”. Mi piacerebbe sapere la tua opinione in merito.
Pier ha risposto: La spiritualità è il bisogno più grande dell’essere umano e qualunque azione vada a ostacolare le manifestazioni che derivano da questa necessità fondamentale è un grave errore. Un’azione può essere compiuta con infinite buone intenzioni, ma se non nasce da una consapevolezza attenta e profonda dell’intera condizione umana provocherà sempre e comunque dei danni. La ricerca del mistero e del significato ultimo delle nostre esistenze passa attraverso infinite vie. Le religioni istituzionalizzate non sono né buone né cattive, rispecchiano semplicemente lo stato di consapevolezza di una società, di un'epoca, altrettanto vale per i loro simboli.
Non vedo pertanto alcun senso nel togliere qualcosa in nome del rispetto della libertà di tutti. Non sarebbe più sano aggiungere qualcosa per poter difendere il diritto di opinione, religione ed espressione di ogni individuo. Se procediamo attraverso la logica del togliere per rispettare la libertà di tutti, finiremo col dover non dire più nulla, perché qualcuno potrebbe non essere della nostra stessa opinione. Inizieremo a vestirci tutti uguali perché qualche colore potrebbe non essere conforme al gusto estetico di pochi o di molti, e così via, sino alla dittatura della repressione agita per difendere l’espressione. Curioso pensiero quello dell’uniformare al niente per difendere la ricchezza di tutti, minoranza o maggioranza che sia.
V’è da dire, poi, che l’ignoranza più grave che trovo nelle parole che mi hai mandato, non sta tanto nel togliere i crocefissi per difendere la libertà di religione, ma nel togliere i crocefissi per difendere la libertà dei genitori di educare i figli secondo le loro convinzioni. Questa è la cosa più grave! Educare non significa inculcare delle convinzioni, dei dogmi, delle personali credenze, ma portare alla luce l’innata capacità di comprendere, conoscere e autodeterminarsi di ogni essere umano. Educare alla spiritualità e alla religiosità significa parlare di ogni ricerca che l’essere umano ha compiuto al fine di ritrovare se stesso e il suo ruolo in questo universo. Educare significa parlare di ogni tradizione religiosa mostrandone le origine, le metamorfosi, gli orrori e le magnificenze. Educare significa offrire al bambino la possibilità di vedere e studiare tutti gli aspetti dell’evoluzione della coscienza umana, affinché possa poi liberamente ricercare la sua via nel mondo.
Vietiamo la molteplicità della vita per confinare le menti dei bambini all’interno delle nostre vecchie e orrende gabbie interiori. Proprio brava questa cittadina italiana, che immagino sia anche una mamma o una pseudo insegnate malata di razionalismo sterile. La ragione senza consapevolezza è come un auto guidata da un cieco: potente e utile quanto pericolosa.
Quanto mi piacerebbe vedere nelle aule scolastiche una statua del Buddha, un crocefisso e un’immagine di Krishna. Quanto mi piacerebbe sentire lezioni di filosofia e religione tenute da insegnati che spiegano la bellezza e la grandezza che si nascondono nel cuore di ogni religione! Amo infinitamente quei meravigliosi capitelli, che riportano statue della Madonna o del Cristo, posti agli angoli delle vecchie strade di campagna. Trovo di una magia unica vedere, nelle nebbiose e gelide sere invernali, piccoli gruppi di anziani, in compagnia dei nipotini, andare a porre delle candele ai piedi dei capitelli per poi raccogliersi qualche istante in preghiera. Come riscaldano l’anima quelle fiammelle che danzano nel buio! Quale enorme simbolismo!
Cosa ne faremo di tutto ciò? Prenderemo i capitelli a colpi di mazza? Considerando che sono in luoghi pubblici, qualcuno un giorno potrebbe scrivere alla Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo facendo notare quanto quei capitelli deviino l’educazione alle fondamentali convinzioni genitoriali.
Ora, caro Davide, ti saluto, devo scrivere all’illuminata Corte europea dei diritti dell’uomo per chiedere se sia possibile togliere dal cielo l’arcobaleno perché, sai, nega la mia convinzione sull’esistenza di un mondo in bianco e nero.
Tags: Crisi spirituale, Politica
Commenti
C'è dell'ideologia deteriore,
in quella sentenza.
m
ma sono passato di qui per caso ed ho letto la tua risposta al quesito
sulla sentenza di Strasburgo.
Voglio affermare che raramente mi è capitato di trovare tanto equilibrio
e saggezza nell'analisi di un dubbio banalmente umano.
Mi congratulo con te
Lucio Musto
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