Imparare a morire
Adelaide ha scritto: Oggi vorrei parlare di “morte” e chiederti se puoi aiutarmi a far capire a mia figlia, diciassette anni quasi, questo tema delicato e al contempo importante. Lei è molto legata a me e mi dice sempre che l’idea della mia morte la terrorizza. Lo so che sono cose che si dicono, che quando sarà più adulta e autosufficiente questa paura troverà un equilibrio, ma quello che mi piacerebbe è prepararla ad affrontare la fine in generale. Ne abbiamo parlato più volte, ma in certi momenti vorrei avere la tua innata bravura nel dire le cose. Io l'ho arricchita con un po' di spiritualità condividendo con lei ciò che sento e credo, e cioè che morendo tornerò ad essere unita all’Essenza della vita, a Dio. Ora, essendo lei un po' fifona, le ho pure detto che ogniqualvolta avesse bisogno di me potrà guardare dentro il suo cuore, e lì mi troverà, mi sentirà accanto come un dolce e leggero “sentire”. Come spiegare, con parole semplici e adatte a un cuore cosi giovane, cos'è la morte? Come posso spiegarle che essa fa parte della vita, e che entrambe sono indissolubili, elementi di un movimento eterno? Mi fermo qui, Pier, tu hai sicuramente capito cosa voglio dire.
Pier ha risposto: Cara Adelaide, perché vuoi preparare tua figlia alla morte attraverso parole vuote, prive di esperienza? Non servirà a nulla, né a lei né a te. La morte si trascende solo vivendo pienamente, guardando dentro di sé in questo preciso istante, sino a toccare “il fondo dell’anima”, l’essenza. Solo grazie alla piena consapevolezza di sé si può fare diretta esperienza dell’estinzione di ogni forma di paura rispetto alla morte. I credo non aiutano nessuno, se non chi ha paura e cerca di consolarsi, almeno sino al giorno della morte, ma in quel giorno ogni credo vacillerà e le nostre labbra balbetteranno dubbie parole di supplica o preghiera. No, non sono i credo e le dolci immagini ad aprirci la porta della morte. Dal mio punto di vista, per aiutare veramente tua figlia ad affrontare la morte mostrale cosa significa vivere veramente, godendo ogni cosa, sapendo imparare da ogni esperienza, positiva e negativa. Sii esempio vivente di bellezza, forza e fiducia, e, così vivendo, quando verrà l’ultimo istante mostrale il tuo massimo capolavoro: una madre che muore con occhi colmi d’amore e un sorriso sulle labbra, perché sente con tutta se stessa che la vita è stata un dono, un’opportunità irripetibile, un qualcosa che mai avrà fine. L’anima continua dopo la morte? Ci reincarniamo? Paradiso o inferno? Per me sono tutte cose inutili, giochini per chi non sta ancora guardando quel che splende sotto il solo, nel qui ed ora. Ricordo l’ultima intervista di Terzani quando, ormai morente disse: questo corpo morirà, ma che importa… continua la vita, continua la vita! Ecco, che altro si può dire, che altro si può insegnare di vero all’infuori di ciò che abbiamo saputo sentire con tutto il cuore?
Cara Adelaide, insegna attraverso il vivere, e vedrai che tua figlia non avrà bisogno di cercarti nel suo cuore, perché tu sarai in lei e lei sarà in te. Là dove la vita è vissuta convergono tutte le anime degli uomini e delle donne di ieri e di domani, in un unico respiro.
Tags: Riflessioni sulla morte, Problemi in famiglia
Commenti
solo una in cosa ancora non riesco,e cioe' la piena consapevolezza di me,cosa vuol dire?come faccio a sapere se c'e' l'ho oppure no? O dov'e'? E' forse in quelle volte che non mi sento al meglio? In certi giorni in cui dei dubbi mi assalgono?o quando ancora,per quieto vivere mi sento costretta a dire una bugia?O mi rattristo ancora per una mancanza di rispetto?Non e' facile modificare in poco tempo 50 anni di vita vissuta in un certo modo..anche se molto e' cambiato.Lo so,lo so,non devo far lavorare la mia mente chiacchierona,n on darle corda,lo faccio,mi riesce abbastanza,e sto meglio.
Accetto,accolgo,lascio andare,grazie Dadrim,questa e' una delle frasi piu' belle che mi hai insegnato e ne faccio tesoro.
buonanotte,Anima Terrena..
La piena consapevolezza di sè forse è la fiducia totale in questa eterna danza della vita, in cui ciascuno trova il proprio spazio e riesce ad affermare se stesso, magari con il sostegno dell'amore con cui lo abbiamo cresciuto e dei valori che gli abbiamo trasmesso. Credo che un po' di paura ce l'abbiamo tutti verso qualcosa che non conosciamo, o che non ricordiamo.
Tre anni fa ho perso una persona cara, almeno quanto il mio padre carnale, e mi scopro ancora in alcuni momenti che sento la mancanza della sua presenza, dei suoi consigli...allo ra mi dico che non è giusto appesantire il cammino di un'anima con la mia immaturità, e faccio una preghiera perchè ciascuno di noi prosegua liberamente il proprio percorso...Cred o che nella dimensione non corporea dove si trova lui, i legami terreni sono sciolti...C'è una bella meditazione buddista, in cui il praticante si pone davanti alla persona che ha di fronte (magari si sta identificando in un sentimento di rabbia, o in una reazione di vario genere) e considera che nell'innumerevo le ciclo delle incarnazioni, da quando l'uomo è apparso sulla terra, quella persona è già stata per lui sicuramente padre e madre, figlio e figlia, marito e moglie, fratello e sorella, amico e nemico, superiore e dipendente, in un'ottica in cui ogni esperienza della vita umana ha un significato più ampio. Saluti cari. Viola
e tu come Dadrim e gli altri mi siete preziosi perche' mi arricchite,con voi apprendo sempre cose belle,mi stupisco di come esistono tanti modi di vivere,e voi mi indicate e suggerite di fare la mia scelta quotidiana.
E mi "ritrovo" nel senso che che le cose che dite le sento gia' mie,come se le avessi sempre sapute o sentite dentro di me,ma non riuscivo ad esternarle. Mi imbarazzavo a dirlo,ma lo sai che anch'io come al tuo paese, ho dato disposizioni ai miei figli per il momento in cui moriro':desider o essere cremata e le mie ceneri disperse sul mio Mare,non voglio altarini o lapidi,ma il ricordo di quel poco che sono riuscita a trasmettergli,i l ricordo del mio amore rimanga perpetuo nei loro cuori, spunto e scoglio per farli essere sempre uno vicino all'altro.E naturalmente devono festeggiare,ma non la mia morte,ma la mia Vita,quella che e' stata con loro,vissuta,co n mille altalene,diffic olta',e montagne di disagi(miei),ma sempre con un solo unico fine:amare sempre e di piu'.Grazie,Pau la,a presto.
e quando il ciclo sara' completato e l'equilibrio tra bene/male si e' raggiunto, la persona potra' vivere nella quasi perfezione,asce ndere a piu' alti livelli.Ma non ho mai pensato che esso (il Karma) potesse manifestarsi attraverso una persona o avvenimento.Piu ttosto,quando ma capita un'avversita',t ramite una persona o fatto,mi dico che puo' essere un mio specchio,cioe' forse vuol farmi capire qualcosa di me che sto sbagliando o ho fatto io a mia volta.Faccio un esempio:subisco dei furti,puo' volermi dire che io nella mia vita ho rubato o matarialmente o sentimentalment e,oppure in una mia vita precedente sono stata coinvolta in tali episodi.Troppo complicato!Gia' questa vita e' cosi' difficile di per se',devo farmi carico pure di altre?e per di piu' ignara di cio'?E se e' vero che abbiamo un Karma da espiare e al quale non si puo' sfuggire,perche ' affannarci tanto a migliorare,se e' gia' tutto scritto e destinato?
Ora devo andare,attendo commenti e illuminazioni,c iao
L'ipotesi che le persone che abbiamo accanto le abbiamo già incontrate in altri ruoli e in altri stati di coscienza mi aiuta a comprendere che ogni vita, pienamente vissuta, fa parte di un disegno in cui tutto è armonia: l'inizio, lo svolgimento, la conclusione che forse è di nuovo un inizio...Cioè la possibilità che tutto di noi alla fine si dissolve quando ha vissuto la sua stagione come una foglia in autunno, mi ispira ad apprezzare ogni cosa di questa breve estate, e penso che se qualcosa oltrepasserà quell'autunno non sarà più una foglia fisica, ma una scintilla di luce, un nucleo di consapevolezza raggiunta...Tut to sarà diverso poi, se ci sarà ancora vita...e altre foglie nasceranno...No n so esprimere meglio di così il mio sentire riguardo alla morte, aggiungete la luce che manca. Viola
A dopo,Anime di Luce
tutti i posti c'è qualcosa che non va...oggi mentre cercavo di vivere da adulta e da cristiana quel qualcosa che non và arriva la postina e mi consegna la posta. c'era una lettera anche per me(lavoro in un collegio della cattolica a roma) apro e trovo un fotocopia contenente una riflessione sulla morte, il tutto senza una lettera di accompagnamento con due parole di spiegazione e magari un saluto. La persona che
mi ha inviato il tutto è una persona che non riesce a vivere
le relazioni nel modo giusto e sereno che le persone abbastanza equilibrate cercano di vivere...è piena di soldi e pensa di comprasi tutti e tutto con i soldi...cosa è successo...
ho letto e poi cestinato il tutto....gesto che non è da una suora....non lo so, ho solo detto...ha sbagliato a mandarmi
in questo momento questa riflessione che E' VERA ma in
questo momento io ho bisogno comunque anche di altro
fosse anche vivere liberamente un "sogno". Carissima
la Parola ci insegna che c'è un tempo e io aggiungerei un
modo...per tutto. W LA VITA...lascia sognare la bimba.un saluto a tutti.
puzzo?E poi le vedete le case delle publicita?perch e' non fanno gli spot nei tuguri dentro i quali sono costretti a vivere ammassati come topi decine di esseri umani,e che pagano pure centinaia di euro al mese ciascuno..
Cara Suor Ivana,mi hai incuriosita:mi dici cosa diceva la lettera?Potremm o farne spunto per altri commenti..
Vado a lavoro,buona serata,Anime Accese...
in altre parole 5 persone destinate ad un diverso .. lungo . faticoso cammino che termina davanti alla stessa porta.. chi busserà per primo ? e se ad aprirci trovassimo uno degli altri 4 ? o ci trovassimo gli altri 4? e se oltre la porta ci trovassimo al punto di partenza..? uhmm.. lo sapevo che non avrei dovuto mangiare i peperoni
Diciamo che tu hai dimostrato che i peperoni ti fanno un brutto effetto..
Hai anche dimostrato,ades so,che il tuo tanto sbandierato "buon senso" e' come un buon vestito:
Cucito addosso a chi lo indossa,e' soggettivo e personale,e ognuno di noi ha il suo metro nel valutarlo.e non si puo' darlo ad altri,dato che' e' stato fatto su misura.Chi e come stabilisce il buon senso?su quali parametri ce ne rapportiamo?
Per me una forma di buon senso e' mettere da parte le robe da mangiare in previsione di tempi magri,magari per te e' sperperare fino all'ultima mollica e poi arrabbiarsi col governo per lo stipendio misero..Per me il buon senso e' anche evitare un litigio e passare per vigliacca,per te invece e' far valere,anche in modo fisico, le tue ragioni.chi ha piu' buon senso? tot persone diranno io tot persone diranno te..o nessuno dei due..
Sarei ipoctita a dire che i soldi non servono,o che non ho aspirazioni ad essi connessi,anzi.. Ma vedi,ho raggiunto un'eta' e una diversa concezione,in cui,non ne faccio un dramma, di quelli che non si dorme la notte,non la vivo come una rinuncia o costrizione,acc etto con "buon senso"cio' che ho,senza patemi,godendo finalmente,dopo una vita di lavoro e sacrifici, di tanto tempo per me,per la mia famiglia,mi sento ancora in grado di dare tanto,di fare tanto,Tenendomi un lavoro si faticoso, (sera.notte),ma mi consente di vivere con quel che ritengo mi basti, e per mantenere i miei spazi,per i miei studi,ricerche, corsi,e tante di quelle cose di cui mi sono sempre privata quando guadagnavo di piu',molto di piu',e' una scelta,oggi, non una rinuncia,e ne vale la pena..
Dobbiamo considerare che tutto l'universo è diviso in tre stadi intercomunicant i tra loro, il primo e principale è la parte spirituale, il secondo è la parte mentale, e terzo subordinato è la parte fisica.
Premesso questo, noi ora viviamo nel mondo fisico con questi tre corpi che si compenetrano fra loro e che noi naturalmente non vediamo, come non vediamo le emozioni o i sentimenti, ne vediamo solo gli effetti ma non l'origine.
Quando una persona muore lascia solo la parte fisica, ma la parte spirituale e mentale continua ad esistere, è come quando noi arriviamo a casa e ci togliamo il cappotto e lo appendiamo siamo sempre noi solo più leggeri.
Penso che la cosa importante da trasmettere a tua figlia sia la non paura della morte ma la consapevolezza che è solo un passaggio verso altri luoghi diversi in cui le azioni che compiamo nella nostra vita attuale ne condizionano la permanenza e la condizione di felicità o tristezza o dolorante.
Ritengo che il tuo vivere sia saggio e responsabile, vivere ringraziando e godendo senza pretendere nulla se non quello che il nostro vivere (lavoro,amicizi e,comportamento corretto),ci permettono di avere sia lungimirante e alla fine ripagante.
Dobbiamo cercare di fare il massimo dei nostri sforzi nella nostra vita e quando la coscienza ci dice che più di quello che abbiamo fatto non potevamo fare lasciamo che siano gli altri (Dio compreso) a continuare l'opera.
Nel cammino che sto percorrendo ci viene descritta la felicità come composta da tre fattori da possedere contemporaneamente.
Primo - la salute
secondo- l'armonia
terzo- il benessere economico
finisco qui se vuoi ne approfondiamo in altre occasioni
daniele
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