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Libera-mente Dadrim

La Risposta senza domanda

Adelaide ha scritto: Pier, due domande secche: “Nell’immensità dell’universo quanto sono importante io?

Pier: Quanto è importante un brutto sogno fatto nella notte per un bambino che si sveglia in una bella mattina d'estate e sa che tutti i suoi amichetti lo attendono al parco?

Adelaide: La seconda domanda. Se io (inteso come umanità) non sono importante, quindi potrei non esserci, a “uso e consumo” di chi sarebbe la Creazione? La vita è sempre e comunque?

Pier: Quel bambino che si risveglia non è forse lo stesso bambino che sognava? L'umanità (intesa come ogni singolo individuo che si crede un “Io separato”), è la stessa Coscienza essenziale che vive una molteplicità di sogni detti “individui”, nei quali a sua volta vive infiniti sogni. Quando il singolo si riconosce come parte della Coscienza Originaria (o la Coscienza si risveglia nell’individuo), sino a quando ci sarà un corpo ci sarà anche inevitabilmente consapevolezza di una dualità funzionale superficiale come Io-tu-tutto. Provo a spiegarmi meglio, prendiamo nuovamente il vecchio esempio del mare e delle onde. Quando un’onda vive inconsapevole del mare che le sta “sotto i piedi” si crede isolata, scissa dal movimento eterno del mare, persa nella folle rincorsa delle nuvole che vagano nel cielo (i pensieri). Quando diviene consapevole della sua essenza, si riconosce ancora come onda, ma anche come mare, mettendo così fine agli stati d’angoscia della mente alienata. Il bambino, il suo sogno, il suo risveglio sono stati differenti della medesima Coscienza, di conseguenza, chiedersi quanto conta il singolo rispetto alla totalità è una domanda che nasce solo sino a quando ci si percepisce scissi. Quanto conta un sogno per chi si risveglia? Le idee di singolarità e totalità esistono solo nella mente ma non nella realtà. È così anche nei nostri comunissimi stati onirici. Quando sogni crei un mondo immenso, abitato da persone e cose, dove tu sei diversa da ciò che percepisci. Eppure al risveglio ridi, e comprendi che era tutto un gioco della tua mente. Non v’era nessun tu, gli altri e le cose. Era solo la mente che creava immagini, parole e suoni. Allo stesso modo, la Coscienza originaria crea infiniti sogni. Quando un sogno si spezza la Coscienza si rivela a se stessa nella sua natura essenziale. Conti più tu in sogno o il mondo che crei nel sogno? Conti più da sveglia o da addormentata? Queste domande, viste da chi è sveglio, non hanno alcun senso, non ti pare? Chi è sveglio ti direbbe che esiste solo una realtà e questa è esperibile unicamente quando si è svegli. 

Adelaide ha scritto: Tante volte abbiamo parlato della Totalità della Creazione, che questa è tale perché ci sono anch'io. Anzi, devo esserci, è tale solo se ci sono anch'io. La totalità è così perché è precisamente così com'è, né un granello di sabbia in più, né uno in meno. Se nella Creazione è tutto interconnesso, compreso e coinvolgente, nulla può esistere che non sia esattamente nella misura e quantità di come già è. Su quali basi affermi che io non sono importante? Son d'accordo che il movimento della Coscienza, della vita nella sua essenza, è eterno e a prescindere, ma se il suo ventre partorisce la Creazione senza di me che posso testimoniarla, non si può parlare di totalità né di Creazione.

Pier ha risposto: Il testimoniare non è una qualità dell'io identificato. È già un'azione della Coscienza originaria che utilizza l'Io, o di un Io che si è riconosciuto come parte della Coscienza originaria, che alla fine è la stessa cosa. In questo senso sostenevo che l’Io identificato conta quanto il sogno di un bimbo che si sveglia. L'importante non è come capiamo-teorizziamo la dinamica io-tutto, ma in che stato versa il nostro "Io" rispetto alle sue identificazioni. L’identificazione da scovare e rimuovere è più importante della teorizzazione minuziosa, poiché la teorizzazione è facilmente utilizzata dal condizionamento per nascondersi dietro succulente disquisizioni. Potremmo stare qui tutta la notte a discutere sull'Io, il Tutto e i molti, ma probabilmente ci ritroveremo unicamente all'alba esausti e poveri come prima. Quando vediamo che la mente, per quanto capisca a livello di definizioni e valutazioni più o meno logiche, non potrà mai portarci oltre un fare ed un essere puramente dialettici, ogni domanda ci apparirà, per quanto sensata e intrigante, pura inutilità. E tu già lo sai e lo senti da molto! Sai che è quando le domande non trovano più senso che la Risposta inizia a fare capolino.

 
Buona notte a tutti!
Pier

Tags: Riflessioni sulla vita

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Commenti   

# Tranchi 2014-02-15 10:15
Credo ci sia stato un fraintendimento ,davo per scontato che tu avresti dato per sottinteso, conoscendomi abbastanza bene, che non avrei mai potuto farti una domanda cosi presuntuosa ed egoica.L'io a cui mi riferivo non e' il singolo rispetto alla totalita', l'io identificato o per intenderci una me persona,ma appunto come dici te, quell'unica Coscienza che crea infiniti sogni e utilizza l'io per testimoniare.No nostante cio' la mente mi ha teso un'altro stastullo,perch e' alla visione del tuo commento capisco l'infondatezza e inutilita' della domanda,capisco che e' irrilevante anche il fraintendimento,
anzi direi proprio che non tutto il fraintendimento e' venuto per nuocere,perche' questa tua risposta illuminante mi fa capire quanto
effettivamente la domanda e' inutile,sia nel senso che intendevo io,sia in quella che hai inteso tu. Puoi non credermi se ti dico che lo "sentivo" gia' quello che spieghi,che anche se non so come e senza indulgervi col pensiero, lo percepisco profondamente.P raticamente stai dicendo,corregg imi se sbaglio,che io sono il partoriente e il partorito?La Coscienza Originaria e la Manifestazione che da essa affiora?
Coscienza,Vita,Creazione,sono un'unica cosa?Quindi l'io egoico e' l'unica cosa fuori posto? la sola nota stonata che riesce a storpiare l'unica Melodia Suprema?
# Tranchi 2014-02-15 18:09
Grazie,Dadrim,p rovo,ora,un'int ima, infantile contentezza, mi vedo dentro uno spazio piu' spazioso. Le disquisizioni alle quali, tu mi fai notare, mi sono lasciata andare,alla fine non sono risultate vane,ma anzi,grazie a loro,ho provocato la tua risposta che mi hai sospinta ancor piu' in profondita'.In cose che gia' mi appartengono..n on alla tranchi...
Ma ora vorrei condividere questa riflessione:
In Meditazione e nel Silenzio c'e' un immenso oceano di pura Consapevolezza,
ma perche' quando invece mi relaziono col mondo,pur essendo consapevole
di farlo come estensione di tale Consapevolezza (onda),talvolta me ne allontano,e mi comporto mio malgrado da onda isolata?
# Dadrim 2014-02-17 07:45

Perché le vecchie abitudini sono attivate prevalentemente dalle relazioni. In silenzio, in meditazione solitaria, è più facile che la mente si metta da parte. Ma quando sei di fronte o dentro una vecchia situazione particolarmente attivante per il tuo vissuto condizionato le cose cambiano. Quelle situazioni sono il banco di prova. In quelle situazioni si dovrebbe mantenere la "centratura" e la predisposizione "testimoniante" più che in ogni altra. Con il tempo il guscio dell'uovo si romperà definitivamente ! Per un certo tempo è normale oscillare fra quiete e turbamento. Inoltre, come già scrissi, la mente condizionata, anche se non la cavalchiamo più, mantiene per un certo tempo un movimento dato dal residuo energetico.
Ti ricordi l’esempio della bici senza freni? Se stavi pedalando con forza e ad un tratto smetti la bici proseguirà la sua corsa ancora per un po’… Va bene, non puoi fare altro, non puoi gettarti dalla bici in corsa, impazziresti soltanto. Godiamoci quindi l’energia restante dei nostri condizionamenti rimanendo il più possibile testimoni, distaccati osservatori del fenomeno.
Ciao Tranchi!
# Tranchi 2014-02-17 09:34
:-*

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