Essere donna
Francesca ha scritto: Parlo da donna giovane, arrabbiata e disorientata, o meglio, scrivo. Mi ha appena chiamata mia madre e ha scatenato tutta una serie di emozioni e ricordi, potrei aggiungere anche rancori.
Sappiamo tutti che viviamo in una società ancora tanto maschilista. Ieri ho parlato con una persona molto saggia, di cui mi fido ciecamente e con cui mi confronto su vari temi che spesso centrano con la mia storia personale. Abbiamo parlato delle ragazze di sedici anni che fanno le prime esperienze sessuali, delle loro paure, rimorsi, sensi di colpa. Appunto, abbiamo parlato delle ragazze, non dei ragazzi.
I ragazzi non hanno problemi di sentirsi poco di buono se fanno sesso con dieci persone diverse, le ragazze ancora sì, sempre meno per fortuna. Le ragazze sono quelle più represse, quelle che sognano il principe azzurro, che si devono comportare a modo. La vittima dei miei sfoghi mi ha risposto che non è proprie così, che le ragazze di oggi sono più naturali, istintuali. Mah!! Io vorrei che fosse così, ma i fatti sociali di ogni giorno mi ricordano sempre che viviamo in un paese ancora tanto maschilista, e di conseguenza tutta questa libertà femminile non può avere poi così tanto spazio nelle relazioni. Tutto questo cosa c’entra con mia madre?! Mia madre è stata il mio idolo, la donna forte, intraprendente, che ha detto al marito possessivo e geloso: “Io faccio la patente, mi compro la macchina , faccio pure la carriera per quel che mi è possibile per le mie capacità e tu non rompere!!!” Solo che ha fatto tutto questo, ma non ha capito che era comunque dipendente da lui psicologicamente, e nonostante lui la trattasse anche spesso molto male lei gli è rimasta sempre accanto. Non è mai stata una casalinga tutta pranzi e lavatrici, ha sempre lavorato, e adesso guadagna anche più di lui. Non ha mai visto la possibilità di vivere serena, più rispettata, più amata, più valorizzata. Ma questa è la sua vita, mi dico io, se non accadesse che ogni tanto trasbordi anche nella mia vita con queste concezioni della donna dipendente da un uomo che si prende cura di lei, che le dà da mangiare e una casa. Lei in pratica non è mai stata una donna del genere, ma non lo ha mai capito e non le è mai venuto in mente che la figlia potesse essere felice in modo diverso, più libero, più sano.
Non si è mai scansata dall’idea della famiglia tradizionale, cioè il modello della famiglia in cui è cresciuta, pur lamentandosi da sempre dell’insensibilità, l’ignoranza e la freddezza dei gesti dei suoi genitori. Mai una volta mi ha consigliato di lavorare da sola per il mio futuro, di essere libera e autonoma, di pensare prima a me, imparare a volermi bene, per poi trovare un giorno un uomo che mi ama per quello che sono e non perché ha bisogno di avere una persona accanto a sé fragile e dipendente.
Io non sono una femminista, però sono stufa di vedere le donne con tanto potenziale, tante capacità e tanta forza, soffocate da questi uomini deboli, bambinoni viziati, che non possono farsi neanche un caffè, perché solo così possono sentirsi forti e più maschi. Della loro debolezza fanno la loro forza, la loro incapacità di vivere soli la trasformano in “maschio forte che ha potere su una donna che senza di lui sarebbe persa”, perché ha un lavoro poco pagato, perché la casa è intestata solo a lui, perché sa che per la madre di lei sarebbe la fine del mondo se la figlia si separasse…
Così la donna passa dalla dipendenza dalla madre che l’ha cresciuta alla dipendenza di un uomo, senza avere la possibilità di riflettere, di fermarsi a respirare, di sentire, di vedere il mondo intorno a sé, di osservare la vita degli altri, capire se la vita va vissuta così o bisogna rivoluzionare tutti gli schemi familiari preimpostati sviluppatisi nei secoli, da quando la chiesa ha preso le redini della società. E’ stata dura per me sconfinare i cerchi della famiglia, della società con le sue regole ancora tanto bigotte, della chiesa tanto maschilista, e non lo sono riuscita a fare ancora del tutto, direi molto poco. E’ tanto difficile rinnegare tutto quello che ti hanno insegnato i genitori, che da quando sei nata sono il tuo mondo, il tuo primo contatto con la vita. E’ stato difficile capire in quante menzogne viviamo, cose mai dette, mai approfondite, mai indagate, apprese perché qualcuno le ha dette senza mai chiederci chi è quel qualcuno. Quando si tratta della chiesa e dei potenti , le loro parole, tantissime volte, non si discutono. Eppure non ci vuole tanto. Un esame di storia medievale, un po’ di filosofia, e capisci che l’ unica religione è sempre stata ed è ancora il potere di comandare, vendere e comprare; che fossero pezzi di terreno, castelli, scomunicare gli imperatori o pretendere l’obolo nel medioevo, oppure trafficare con i più potenti, creare catene di alberghi e vivere lussi sfrenati, cercare di ostacolare le innovazioni scientifiche e denigrare i diversi pensieri spirituali, oggi. E’ vero che sono arrabbiata. Sono alla soglia dei trent’anni e non mi sento libera nelle scelte che faccio, mi sento legata ancora alle cose a cui intellettualmente non credo più, mi sento soffocata in un paese in cui le donne guadagnano meno degli uomini solo perché donne.
E la cosa che mi fa imbestialire di più è che non vedo forza e motivazione nei giovani per cambiare qualcosa. I genitori che fine hanno fatto? Perché i figli hanno l’unico obiettivo di sballarsi e mettersi in mostra? Forse perché i figli si educano con i fatti, comportamenti e gesta che vedono dagli adulti? Gli adulti di oggi sono adulti? E perché io all’età di diciotto anni non volevo perdere un attimo di lucidità perché volevo vedere e sentire tutto intorno a me? Sono una pazza?
Ditemi che mi sto sbagliando, che sto esagerando! Fatemi capire che la realtà non è questa!
Pier ha risposto: Dal mio punto di vista non è questione di giusto o sbagliato, reale o irreale. L’unica cosa rilevante è riuscire a trascendere e bruciare le scorie del passato, dell'intero passato di questa nostra ottusa società, per divenire quella donna forte e libera che senti di voler essere.
Un immenso in bocca al lupo!
Pier
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Tags: Emozioni
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