Avere uno scopo è indispensabile?
Fabio ha scritto: Ciao Pier, ti chiedo, avere uno scopo o un obbiettivo nella vita è indispensabile? Vengo accusato di non sforzarmi nelle cose che faccio, le mie aspirazioni cambiano velocemente e non riesco a dare un senso alla mia esistenza. Cosa devo fare? Ho cercato di chiedermelo, ma non è servito a nulla! Mi sembra che la vita mi trascini, non sono io che remo la barca, la corrente la porta alla deriva.
Grazie per la tua condivisione!
Pier ha risposto: Ritengo la vita già completa in sé. Per noi uomini non v’è obbiettivo o scopo più grande dell’imparare ad essere presenti alla vita che accade continuamente qui ed ora. Il guaio è che scambiamo l’inutile per l’essenziale. Cerchiamo ossessivamente denaro, potere, sesso, prestigio, fama, e quando tutto ciò non ci riesce cadiamo in depressione o diveniamo aggressivi, sentiamo d’essere trasportati dalla corrente, di non avere la forza per remare verso i nostri obbiettivi. Ma è questa la vita? Una corsa per primeggiare, dove possedere cose e persone, alla cui fine ci attende unicamente la morte? È questa la massima espressione che riusciamo a scorgere dell’esistenza? Credo evidente che la vita, in qualche modo, debba essere tutt’altro, qualcosa di infinitamente delicato e silenzioso, semplice e profondo, che continuamente ci sfugge. Questa vita la scopriamo quando iniziamo a intuire l’insensatezza del pensare e dell’agire egocentrico, egoistico.
Gentile Fabio, sono certo che se iniziassi a prenderti cura e amare ciò che c’è e hai nel presente, qui e ora, fra non molto vedresti spuntare vele e motore alla tua barca, ma se continui a proiettare nel futuro aspirazioni sempre nuove, non essendo mai presente all’unica realtà che puoi effettivamente gestire e vivere, e cioè l’adesso, non v’è da stupirsi poi tanto se ti senti come una carretta trasportata alla deriva dalle onde del mare. Mi chiedi un consiglio, cosa dovresti fare? Parti dal cuore, dal sentire, e non dalla mente con i suoi molteplici pensieri. Parti da ciò che ami e desideri intensamente e non da ciò che sogni e fantastichi debolmente. Non v’è nulla che ami e desideri profondamente? Impossibile, perché la nostra coscienza è nella sua essenza amore e libertà alla continua ricerca di un modo per manifestarsi. Puoi non saperlo perché non ti conosci, perché non hai scrutato nelle profondità del tuo spazio interiore, ma questa è un’altra cosa. Forsa la tua capacità di amare e creare è sepolta sotto strati di idee confuse che porti nella mente? Forse ami innaffiare le piante del tuo giardino, suonare la chitarra, leggere, nuotare, cantare, guardare le stelle o guidare senza meta nella notte. Forse ami tante cose ma la tua mente dice che non hanno valore, che non ti faranno ricco, famoso e potente. Osservati, ascoltati, comprenditi e mettiti in gioco. Rischia di esporti, di affermare il tuo amore per qualcosa, qualunque essa sia. Osserva, ascolta, gusta e tocca il semplice, umile e a volte apparentemente banale presente che la vita ti offre istante dopo istante. Metti da parte il futuro, le parole di chi ti circonda e quelle della tua mente.
Ci raccontiamo che vivere significa sacrificare l’oggi per il domani, il semplice e piccolo per il grande e difficile, l’amore incondizionato per l’orgoglio ben tutelato. La vita non conosce queste cose!
Tags: Riflessioni sulla vita
Commenti
giorno dopo giorno cerco di dare vita e azione al mio sentire interiore, questo si, lo considero un`obbiettivo indispensabile.
Andrea
Devo aggiungere poi che la risposta del post è diretta ad un trentenne che vive una situazione di “paralisi esistenziale” e non a una diciottenne che vive un'incazzatura socio-famigliar e. La maggior parte delle mie risposte sono personali, vanno lette e viste alla luce della domanda e non generalizzate, o, perlomeno, generalizzate là dove è evidentemente intuibile un possibile riferimento plurimo.
Rimane comunque importante la tua provocazione, considerando il fatto che molti giovani sono stati profondamente rovinati da una cultura del superfluo e dell’inutile. La classe dirigente che tuttora siede nelle posizioni di maggiore potere, contro ogni forma di morale e coscienza, è pienamente responsabili di tutto ciò, considerando quanto, con le sue azioni, abbia educato a ritenere l’avidità una componente fondamentale della vita sociale: un tempo era un peccato capitale, oggi è una vera e propria virtù. Le scuole e le università non sono più enti educativi, ma unicamente formativi: la didattica prima dell’etica, e che didattica! Ecco allora che tutto ricade sulla famiglia, su genitori che lottano per arrivare a fine mese e che spesso i figli se li dimenticano per la “strada” facendo straordinari per potergli comprare un nuovo telefonino o pantalone alla moda.
Adelaide, tu dici: “Come posso chiedere ad una giovane donna di 18 anni di vivere e curare l'istante umile e semplice e mettere da parte le sue aspirazioni? Come frenare un treno in corsa verso quella vita ancora tutta da scoprire, da sbagliare, da esperire, da godere nel bene e nel male?”.
Io dico: non fermare quel treno! Ricordagli solo che se viaggerà senza pilota, mosso da desideri egoistici e vane aspirazioni deraglierà sicuramente. Ma se viaggerà per amore di verità, bellezza e pace comune giungerà sicuramente a destinazione. Come testimoniare ciò? Con la tua stessa vita. A tua figlia, come ad ogni altro giovane, la dignità e la libertà di scegliere quale percorso disegnare.
D.
Un caro saluto, Fabio
Il fatto che lei veda e viva la mia condizione,pera ltro da me scelta,non significa necessariamente che la condivida in pieno,o non sempre. Quello che per me va bene ed e' sufficiente,per lei va meno bene ed e' poco. Diciamo che deve adeguarsi alla condizione,ma essendo troppo giovane,con tanti stimoli, confronti esterni,e non avendo ancora avuto modo,anche per mancanza di soldi, come te e altri di fare la giovane festaiola,tra divertimenti,sb alli e vari interessi superficiali,no n ha,o non vuole avere ancora "orecchie" per le parole di Dadrim. Secondo me io stessa ho posto le basi per ingigantire questo argomento,quell o che mia figlia chiede e' solo qualche spicciolo per un gelato,una pizza,un pantalone comprato al mercatino rionale..o un lavoretto modesto che le consenta di sentirsi dignitosa,appen a autosufficiente ,in attesa di capire o trovare la sua vera strada, qualunque sia.
In una cosa hai ragione,Fabio,s ono io a non avere chiarezza,ne' certezze,anzi, ne ho una soltanto:la certezza di non averne..su niente e nessuno,mi conforto e confido nella Vita che mai,mai,neanche nei momenti piu' bui,mi ha lasciata sola o senza aiuto.
Un caro saluto a tutti
Perdonami se ho interpretato male qualcosa e ho scritto cose non in linea con la vostra situazione, ma mi è venuto da scriverti queste cose, con gli elementi che mi hai dato..
In uno dei tuoi passaggi dici: "il problema e' il momento presente,il quotidiano,quan do si deve fare riunione per scegliere cosa comprare a priorita',ed essendo giovane e con tanti amici,vorrebbe avere tre pantaloni anzicche' due..e quando io le dico che questo mese non posso si sente triste e sfoga con me,ma poi mi chiama per chiedermi scusa..".
Forse questa è l'essenza della questione. Tua figlia sfoga su di te la frustrazione dei suoi desideri mancati, principalmente, reputandoti responsabile della sua difficoltà economica.
Possiamo concordare almeno sino a qui?
vuol dire che almeno e' sicura di cosa non vuol fare! Fiducia e pazienza,le dico,tutto verra' pian piano..Si,nei momenti di sfogo mi rinfaccia la mia condizione,ma quando e' serena,quasi sempre,le sue crisi sono solitamente il sabato o la domenica,mi dice che mi rispetta,che mi ammira per il mio modo di vedere e affrontare la vita con quel poco che abbiamo,dice che lei non sarebbe capace,non si rende conto che invece lo sta gia' facendo,insieme a me,anche se ogni tanto scassa..
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