Superstizione come fuga dal dolore
Valerio ha scritto: Salve, mi chiamo Valerio, un mese fa mia moglie ha perso la madre, aneurisma cerebrale, ma la cosa tremenda è che dieci anni fa ha perso anche il padre molto giovane in un incidente stradale. Ora è disperata, sia lei che la sorella non si danno pace, ed oltretutto si sono convinte d’essere vittime di una maledizione. Non so proprio che fare, come posso aiutarle?
Pier ha risposto: Una donna perse il fratello e la madre a distanza di pochi mesi, poi, una sera, uscendo da un cinema, incontrò una delle tante zingarelle che leggono la mano, la quale, dopo averle scrutato il palmo sentenziò: “Lei signora è vittima di una potente fattura che pesa su tutta la sua famiglia”. Ti puoi immaginare l'effetto di quelle parole in quel particolare momento che stava attraversando. La zingara promise che avrebbe portato il giorno seguente un amuleto anti sfighe varie. La donna, disperata, era tutta intenzionata ad andare all'appuntamento.
La sera tornò dal marito al quale raccontò la faccenda. Senza fare troppi discorsi sull'inutilità delle superstizioni e rammentando un antico aneddoto adattato per la situazione, il marito le chiese se volesse fare un esperimento con lui. La donna acconsentì. L'uomo prese l'elenco telefonico e iniziò a chiamare numeri presi a caso per porre a tutti il medesimo quesito: “Buongiorno, sono il signor Rigon, le chiedo di dedicarmi trenta secondi del suo tempo per partecipare ad un'indagine statistica del C.Ri.S.P. “Centro ricerche statistiche personali”.
Stiamo chiamando numeri selezionati casualmente per completare un'indagine sulla presenza della morte nella vita umana. Dovrebbe rispondere a un unica domanda. Se non se la sente la comprendiamo e la preghiamo di perdonarci per il disturbo. “Quante persone care ha perso nell'arco della sua vita sino ad oggi?” Escludendo chi riagganciò immediatamente e chi non volle rispondere, il risultato fu che fra più di una decina di telefonate l'unica persona che rispose “nessuna” fu un bambino.
Dopo aver ascoltato un po' di queste telefonate, la donna iniziò a piangere dicendo: “ho capito, ho capito...”.
La morte è parte integrante della vita. Peccato che la nostra cultura continui a negarla, facendo così pensare a chi ne viene colpito che solo a lui poteva capitare una cosa così tremenda.
Tags: Aiuto psicologico
Commenti
Matrice
Ciao
Matrice
RSS feed dei commenti di questo post.