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Religioni, etica e morale

La donna adultera

Tommaso ha scritto: Eccomi ancora qui con il terzo passo dei Vangeli che ti chiedo di commentare. “Gesù si avviò allora verso il monte degli Ulivi. Ma all'alba si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui ed egli, sedutosi, li ammaestrava. Allora gli scribi e i farisei gli conducono una donna sorpresa in adulterio e, postala nel mezzo, gli dicono: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo. Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra. E siccome insistevano nell'interrogarlo, alzò il capo e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei». E chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi.”.
Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo. Alzatosi allora Gesù le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed essa rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù le disse: «Neanch'io ti condanno; và e d'ora in poi non peccare più».

Pier ha risposto: Eccoci qui, ad uno dei passi più dolci, commoventi e illuminanti dei Vangeli. In questo passo si palesa in tutta la sua potenza l’azione che sgorga dall’amore e che, pertanto, vive libera dai tortuosi, violenti e sterili sentieri della mente condizionata.

Proviamo a calarci totalmente, con la mente e con il cuore, nella situazione. Una folla agitata, inferocita, piena di pregiudizi, dogmi antichi e paure, conduce una donna terrorizzata, prossima all’essere uccisa per lapidazione, ai piedi di un uomo ritenuto un falso maestro. La folla è lì nella speranza di cogliere in fallo Gesù e, come si usa dire, prendere due piccioni con una fava: giustiziare l’adultera e trovare una buona scusa per far arrestare un uomo pericoloso, un uomo che predica l’amore e il perdono a discapito di ogni tradizione, ortodossia e potere costituito.

La situazione è convulsa, isterica, nell’aria volano pesanti parole colme d’odio e disprezzo, che già umiliano e torturano profondamente l’anima della donna, e che in pochi istanti si mostreranno in tutta la loro ferocia anche sul piano materiali, divenendo pietre omicide che devasteranno la parte grossolana dello spirito della vittima. Circondato da tanta follia Gesù sembra più folle degli stessi accusatori: scribacchia con un dito sul terreno, senza alzare il capo. Rimane quieto, distante, come se ciò che sta accadendo non lo coinvolgesse, ma la folla lo incalza sempre più febbrile e violenta. Ecco allora che il maestro alza il capo e, pescando le parole dall’abisso silenzioso del suo cuore innamorato della vita e degli uomini afferma: “Chi è senza peccato scagli la prima pietra!”.

Le parole che escono dal cuore colpiscono il cuore, e così le pietre cadono, le voci si fanno sempre più flebili e distanti, disperse dal peso della responsabilità individuale risvegliata dal Cristo. Il racconto prosegue poi mostrandoci un Gesù che guarda ogni istante come un bambino immemore di sé e della volgarità dell’animo umano. Il maestro chiede alla donna, come se non fosse stato presente all’evento appena accaduto: “Dove sono? Nessuno ti condanna?”. Ed ella risponde: “Nessuno Signore!”. Il maestro allora ribatte: “Nemmeno io ti condanno; va ed ora in poi non peccare più!”.

La sentite la potenza dell’amore presente in questo passaggio? Gesù ha appena salvato la vita della donna, ma ciò non basta, è solo la superficie. Si sono disperse le mani e le pietre che volevano straziare la parte fisica della donna, ma la violenza delle lingue che avevano scagliato parole di pietra la lasciavano comunque grondante di sangue nell’animo. Gesù ha salvato la donna dalla violenza della folla, e, se ci pensiamo bene, proprio per questo ora è pienamente investito del potere del peso della colpa che le veniva imputata. E cosa ne fa di quel potere? Inizia a ricordarle le leggi di Mosè? Le propina un sermone sulla colpa e il peccato? Le parla della natura diabolica del sesso e degli inferi che attendono chi vive nel peccato del tradimento? Le ricorda la sacralità del matrimonio? No! Nulla di tutto ciò! La guarda negli occhi e le dice: “Nessuno ti ha condannata? Tanto meno io! Ora sei libera, vai, ma non peccare più se vuoi rimanere tale”. Gesù usa il potere della situazione per curare tutte le ferite della donna e liberarla completamente nell’animo.

Gesù in questo passo riporta la coscienza di ognuno a se stessa, alla propria sorgente interna, nell’unico luogo dove risiedono vera responsabilità, libertà e possibilità di amare. Invita la folla a giudicare il fuori solo dopo aver giudicato il dentro, la donna a tenere sempre nella mente e nel cuore il valore dell’onestà e della libertà spirituale.

Gesù ferma la violenza e dipana l’ignoranza senza il minimo esercizio della forza o della coercizione. Non tira in ballo l’autorità di alcuna scrittura, non chiama i sui discepoli in soccorso per difendere la donna. Solo, fragile ed esposto al pericolo di una folla inferocita, totalmente dimentico di sé, trasforma la situazione in un momento di riflessione, conversione e amore, usando le uniche “armi” che possono ottenere un tale risultato: l’amore e la riflessione, l’amore e la consapevolezza di sé!

Quanto bisogno ha il nostro tempo di uomini così?

Un caro saluto
Pier

Articolo tratto dal libro "Colombe e serpenti".

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Tags: Maestri spirituali

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Commenti   

# adelaide 2012-12-10 09:06
Di tanti,caro Dadrim,di tanti,ma come tu spesso dici,ognuno di noi puo' e deve cominciare da se'.Possiamo cominciare anche da soli e poi se qualcuno si sentira' attratto o coinvolto dal nostro esempio,ben venga,anche lui che a sua volta puo' allargare il cerchio della consapevolezza. Cosa altro aggiungere al tuo limpido e commovente commento?
Solo una sana riflessione intima di cio' che scrivi,puo' smuovere qualcosa nelle nostre coscienze.Dopo e oltre le parole,dovrebbe ro emergere tante domande su chi siamo,cosa stiamo facendo,dove andiamo,e quante persone ognuno di noi trascina con se',nel bene e nel male,con le catene della propria mente condizionata, che sia famiglia,che sia gruppo,che sia organizzazione. E' gia' da tanto tempo che da tanti fronti ci arriva l'invito al Risveglio,ma come tu ben sai non puo' avvenire un risveglio collettivo,ista ntaneo,ma credo che dovrebbe accadere come la pioggia, che diviene tale ed e' l'insieme di infinite gocce.
Mi piacerebbe sapere se c'e' un nesso,un senso,nel fatto che Gesu' si chinasse a scrivere,e poi,se scriveva qualcosa,cos'er a?

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