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Disagio interiore

Parti da dove sei - ovunque tu sia

Serena ha scritto: Ciao Pier, ho diciannove anni e purtroppo comincio a sentire l'università appena cominciata come un peso, come delle scadenze che non mi permettono di concentrarmi su me stessa. Nonostante questo sento come una "vergogna" nel voler lasciare. Vergogna credo assolutamente sbagliata e imposta, purtroppo, dalle troppe aspettative che ho sempre ricevuto. Ho anche messo in crisi la relazione di un anno e mezzo con un ragazzo. Siamo simili, ed entrambi credo ignorassimo i problemi dell'altro perché era ovviamente più facile. Io ho il terrore di aver commesso uno sbaglio, ma allo stesso tempo non vorrei star con lui solo perché mi sento sola. Mi chiedo da dove partire, o meglio ri-partire? In casa inoltre l'unica cosa che sanno dirmi è che se non mi dò una scrollata l'unica via è lo psicologo (tra l'altro uno di quelli che sa prescrivere solo farmaci...). Mi sento oppressa e vorrei essere più coraggiosa. Perdonami per lo sfogo, è abbastanza egoistico.

Pier ha risposto: Gentile Serena, hai solo diciannove anni e se inizi adesso a pensare di aver fatto un errore enorme nel lasciare un ragazzo e a sentirti oppressa, come andranno le cose fra trent’anni anni? Il mio unico consiglio al tuo sano, egoistico e gradito sfogo è solo questo: Vivi! Prova, sperimenta, cambia, incazzati, sbaglia, non pentirti mai, ma non ripetere gli stessi errori, scegli ascoltando unicamente la tua voce interiore, goditi la vita! Mettiti in gioco totalmente facendo ciò in cui credi e che desideri. Non hai nulla da perdere se non le tue paure. Hai diciannove anni, sei maggiorenne, nessuno ti può mandare dove non vuoi andare, nessuno ti può dire l’università che devi fare, e per quante pressioni qualcuno provi a metterti addosso chi le accetta sei sempre e solo tu. Scegli ciò che vuoi dal profondo del tuo cuore, solo così lotterai per quel che stai facendo e vivrai veramente, ma devi scegliere con le viscere del tuo essere e del tuo corpo, non con la mente, con i “forse, ma sì, domani, credo, non so, loro dicono, io penso, si vedrà, aspetto un po’”.

 
Un caro saluto,
Pier

Tags: Sofferenza, Aiuto psicologico

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Commenti   

# adelaide 2012-02-14 11:10
Ci vuole coraggio,solo coraggio,per cominciare,e non e' facile,e secondo me non e' neanche questione di eta',e' solo questione di quanta paura c'e' radicata in noi,di quanto siamo coinvolti e intrappolati nei rapporti famigliari,di quanto e come loro sono riusciti con ricatti morali e sottintesi a renderci dipendenti,frag ili ,incapaci di
scegliere secondo il nostro volere.E' sempre le vecchia maledetta cattiva abitudine di riversare sui figli,sulle mogli,sulle persone che diciamo di amare,le nostre fallite aspirazioni,i nostri desideri che noi stessi non siamo riusciti a realizzare,rite nendo di farlo per il loro bene.Ma che ne sappiamo noi del loro bene,di cio' che puo' farli sentire liberi di scegliere e appagati della Vita,se non sappiamo neanche cosa e' giusto per noi stessi?Siamo frustrati,egois ti,ipocriti,inf arciti dai peggiori condizionamenti ,e vorremo crescere i figli
uguali a noi,dei poveri esseri sempre depressi,indeci si,dipendenti da noi genitori per tenerli in pugno,al guinzaglio,sent irci utili e indispensabili, sempre in agguato per prenderci la soddisfazione di dire al loro primo benedetto sbaglio:te l'avevo detto io...Ma molliamoci un po',per favore,mollatem i tutti!!
Cara Serena,tira fuori questo coraggio,sei cosi giovane,Devi tirarlo fuori,ti assicuro che ne sei ben corredata,e' solo che non lo vuoi vedere,hai paura,di che,di cosa?
Perche' non sei indipendente economicamente?
perche' i tuoi ti amano e non vuoi deluderli?
e ti sembra giusto far contenti loro e renderti infelice tu?Ti sembra vero Amore che siano loro a scegliere per te?Cosa sei,una deficiente,un pupazzo,che non sei in grado di gestirti? Tu Sei,ed e' gia' tutto,cosa credi che possa succedere se ti ribelli?Se trovi il coraggio di gridare il tuo volere?
se mandi affanculo tutti i doveri di brava figlia,e il ruolo che ti fanno credere sia quello giusto per te?
PROVACI;subito,qualcosa cambiera',vedra i,almeno sapranno che hai una testa per pensare di tuo,potresti trovare un lavoretto e andare a vivere condividendo una stanza,come fanno tanti giovani,e da li avrai modo e tempo di scegliere la tua strada,quella del tuo cuore,con serenita' e libera da condizionamenti ,avrai anche modo di valutare il rapporto col tuo ragazzo,dargli il giusto valore.Insomma, le cose che vogliamo non ci cadono dal cielo,ne possediamo una bacchetta magica,quindi muoviti,sbaglia ,risbaglia,ripr ova sempre,ma almeno saranno sbagli o gioie che ti sei fatta da sola,per vivere la vita,starci dentro,non c'e' altro,ne' mete,ne traguardi,solo vivere,adesso.
# Sere290392 2013-10-15 11:19
Ciao.. solo dopo anni mi accorgo che avete pubblicato il mio sfogo. Me ne accorgo perchè benchè sia passato tempo mi ritrovo di nuovo nei problemi di allora... non nell'università , e il ragazzo di cui vi parlavo è alle spalle, ma solo dopo che gli ho permesso di daneggiarmi per troppo. Ora sono bloccata proprio perchè mi sono messa finalmente in condizione di far tutto quello che voglio e di dirigere la mia vita... e ancora mi lascio bloccare dalle paure. E sono bloccata in quel flusso in cui la mia mente mi vuole dare un'immagine di me che non esiste e che esito a voler perdere....
Grazie della tua risposta Dadrim, anche se in ritardo. E' molto più apprezzata ora di quando mi scrivesti. E grazie Adelaide di ciò che hai detto, tutto vero.
# Sere290392 2013-10-15 11:20
ah... e il titolo non poteva essere più azzeccato!
# Dadrim 2013-10-15 15:10
Ripartiamo? :-)
# Sere290392 2013-10-15 15:48
appena mi convinco che quel che REALMENTE rischio di perdere non sono le mie paure, si!
# Dadrim 2013-10-15 16:37
Cosa significa questa frase? Vuoi tenerti stretta le tue paure?
# Sere290392 2013-10-15 19:03
mentirei a dirti di no, una parte di me le sente reali e fondate. e l'altra parte di me si dimena e soffre infinitamente perchè non riesce a esprimer se stessa... non trovo la chiave per uscir da questa follia che non vuole che io dia niente al mondo.
# Dadrim 2013-10-18 06:31
Ogni forma di paura si basa sull'idea che in noi vi sia qualcosa da dover difendere. Quel qualcosa è l'idea di noi stessi mutuata dal mondo esterno. Cosa voglio dire? Noi ci “conosciamo” basandoci su condizionamenti . Il mondo esterno ci ha definiti attraverso giudizi, complimenti, critiche, dogmi, punizioni si dai primi giorni di vita.

Tutto ciò si fissa nella mente divenendo la nostra immagine personale condizionata. Per tutta la vita cerchiamo poi di difendere o negare questa immagine, questo ramo spurio della coscienza. Poiché questa immagine dipende unicamente da come il mondo esterno ci risponde la nostra percezione di noi stessi vive nel costante terrore. La valutazione degli altri è spesso labile, superficiale, quanto spesso lo siamo noi stessi, sia con gli altri che verso di noi.

Gentile Sere, morire ai propri condizionamenti significa trovare la propria reale natura interiore, ciò che nel volto dei bambini risplende ma inconsapevolmen te. Per morire al condizionato è necessario iniziare a prendere le distanza da tutto ciò in cui si crede o si teme, per iniziare ad esperire Quella presenza incontaminata che sta alla base di ogni nostro pensiero e sentimento. La pratica dell'osservazio ne attenta e passiva è risposta più rapida ed efficacie.

Un caro saluto,
D.
# Sere290392 2013-10-18 08:58
Grazie per la tua risposta.. son esattamente le cose che sto tentando di fare. Spero di riuscir pian piano a toglierli tutti questi condizionamenti , ne ho davvero troppi... Non so davvero che altro dire, l'unica cosa da fare è mettermi a lavorarci. Quindi ti saluto anche io augurandoti ogni bene!

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