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La follia di Oslo è figlia della nostra cultura

L'uomo desidera essere fondamentale, desidera stravolgere il corso della storia, lasciare il segno del suo passaggio, ma facendo ciò crea unicamente miseria e dolore per se stesso e per tutto ciò che lo circonda.

L'uomo desidera tutto ciò unicamente perché in realtà non sa chi è, non sa cos'è questa vita che si trova ad attraversare suo malgrado, non sa quale significato abbiano le sue azione e relazioni. Partendo da questa profonda ignoranza e paura di sé e del mondo l’uomo crea e sovrappone mille idee ad ogni cosa, idee alle quali si sforza poi di credere con tutta la sua forza, perché in cuor suo sa benissimo che queste sono solo figlie della sua paura, del suo vuoto interiore.

L'uomo crea mille pensieri senza senso ai quali cerca di scovare un senso.

"L'umanità deve evolversi e ha indispensabile bisogno del mio apporto, l'umanità è persa e peccatrice e ha assoluta necessità di essere redenta attraverso i giusti valori che io rappresento, l'umanità è miserabile e immeritevole e per questo deve essere punita". Queste e troppe altre sciocchezze inventa l'uomo per nascondere la sua inconsapevolezza, per trovarsi un'occupazione che lo aiuti a evadere dalla sua povertà interiore.

Tentiamo di fuggire le nostre paure interiori proiettandole sul mondo che ci circonda, per poterci così perdere nell'illusione di essere necessari, indispensabili, insostituibili. Insomma, creiamo problemi che tentiamo poi di risolvere provocando unicamente ancor più dolore e frammentazione.

"Il mondo mi ricorderà come il più grande mostro dai tempi della seconda guerra mondiale", così vaneggiava il ragazzo che pochi giorni fa ha compiuto un massacro ad Oslo. La vita di più di novanta persone distrutta da un individuo caduto nel più totale oblio dell'unica cosa che veramente conti: la nostra umanità.

Cosa significa per me umanità? Riconoscere ogni uomo come appartenente ad una realtà unitaria, inscindibile, sacra e inviolabile. Umanità significa unità di tutti gli individui, questo significa, per me, essere umani. L'umanità è un unico organismo e come tale non può agire frammentata, sarebbe come se il nostro cuore decidesse di pompare sangue solo alla gamba destra perché la sinistra non condivide le sue idee, o come se i polmoni decidessero di respirare solo per l'emisfero sinistro del cervello perché il destro non gli è affine.

Desideriamo essere ricordati, divenire potenti, lasciare traccia del nostro passaggio in questo mondo, agendo bene o male poco importa, poiché ciò che più conta è non morire pensando di svanire nel nulla. Se abbiamo la fortuna di agire per il bene altrui meglio, ma se non ne abbiamo le capacità o le possibilità, possiamo sempre compiere azioni immonde, verranno comunque ricordate, anzi, forse ancor di più, in fondo basta sapersi poi dare delle buone giustificazioni.

I generali nazisti erano persone colte, astute, la maggior parte proveniva da famiglie ricche o perlomeno benestanti, eppure si macchiarono di crimini atroci. I generali nazisti faticarono a riconoscere le loro azioni come atroci crimini persino quando furono sconfitti, privati del loro potere e sottoposti a processo. Come si giustificarono? Affermando che agirono unicamente perché comandati. Erano soldati e pertanto dovevano obbedire.

Quanto fa comodo agli uomini trovare delle scuse per mettere a tacere la propria coscienza, liberandosi così dal peso della responsabilità, per godersi una bella scorpacciata di potere ed esaltazione del proprio ego!

Chi entra a far parte di corpi militare o altri organi dello Stato, teoricamente preposti a proteggere gli individui, lo fa per servire l'umanità o per evitare di dover pensare, per cercare di dimenticare la fatica che comporta l'essere prima di tutto vestiti di carne umana e non da una divisa?

Disgraziatamente questa è una domanda estremamente rilevante per il nostro tempo.

Un soldato o un poliziotto che veste una divisa come strumento della sua umanità è un dono impagabile, ma chi vesta un’uniforme o ricopre una carica di potere unicamente per sfuggire alla sua coscienza individuale è il criminale potenzialmente più pericoloso.

Vestire una divisa o ricoprire una carica politica sono compiti tremendamente scomodi e pericolosi, che richiedono grande intelligenza, sensibilità e coraggio. Chi lavora per la collettività intesa come estensione della sua stessa umanità, vive costantemente fra l'incudine e il martello. Vive fra gli ordini di chi gli è sopra e il sacro dovere di tutelare e garantire chi gli ha affidato questo stesso potere, cioè il popolo.

Chi lavora per il popolo si può trovare nella condizione di doversi opporre a ordini e/o poteri a lui superiori per non dover umiliare e rinnegare la propria coscienza. Ma per fare ciò si presuppone che una coscienza vi sia!

Perché gli eserciti spesso si macchiano di orrendi crimini, perché alcuni di coloro che siedono nei parlamenti o vestono una divisa divengono esecutori di soprusi e interessi di parte, anziché tutelare e servire la collettività.

Dal mio punto di vista perché questa nostra umanità non è ancora sufficientemente umana, cioè consapevole della sua profonda e sacra natura unitaria. Cristiani, mussulmani, induisti, buddisti, comunisti, fascisti, neri, bianchi, industriali, operai, abitanti del nord, abitanti del sud, giovani, vecchi, colti, ignoranti, uomini, donne, siamo capaci di rendere qualsiasi differenza motivo di divisione e conflitto. Se non ci liberiamo dal malsano desiderio di appartenere ad una fazione, di identificarci con un ideale al quale siamo disposti a sacrificare vite umane, folli come quello di Oslo non finiremo mai di vederli.

Gli eserciti sono composti da singoli uomini, i politici stanno al potere unicamente se i singoli individui glielo permettono. Ecco allora che come singoli quanto come pluralità abbiamo il dovere di ritornare al nostro primo e più nobile vestito: quello fatto di carne e ossa, quello che vestiamo dal primo all'ultimo giorno che trascorriamo in questo mondo.

Il nostro abito di carne e ossa non è cristiano, mussulmano, induista, comunista, fascista, bianco, nero o giallo, ma è vivo, soffre e gioisce ugualmente in ognuno di noi abitato dal medesimo desiderio di felicità.

Le differenze culturali, di usi e costumi, sono cose meravigliose, ma solo sino a quando vengono concepite come modalità differenti di esprimere la medesima vita e coscienza a cui tutti apparteniamo!

Questa unità la possiamo chiamare umanità, vita, coscienza, Dio, poco importano i nomi, quel che conta è la consapevolezza di appartenervi, di essere quello.

Se osserviamo bene, noi uomini siamo veramente addormentati! Ci ammazziamo per difendere delle parole.

Tutte le religioni parlano di Dio e tutte asseriscono che il loro Dio desidera la pace per tutti e la realizzazione di una vita pregna d'amore e bellezza, ma il dio cristiano ha come messia Gesù, il dio Mussulmano ha come profeta Maometto, l’induismo Krishna. Dobbiamo comprendere come le parole divengano facilmente idoli, simulacri ai cui piedi si è disposti a versare il sangue dei propri fratelli.

Il comunismo sogna una società senza classi, conflitti e disparità. Le repubbliche democratiche capitaliste una società liberale dove ogni individuo abbia la possibilità di autodeterminarsi e creare benessere. Tutte ideologie che nel loro sviluppo danno vita a strutture di potere settarie e brutali.

Se non cambia la coscienza dei singoli, se perpetriamo una cultura e un’educazione priva d'amore e fratellanza, unicamente basata sullo sviluppo della tecnologia e dei capitali, i prossimi anni ci mostreranno sempre più i risultati dei semi che stiamo piantando. Quel che già oggi possiamo vedere credo sia più che sufficiente.

Smettiamo di coltivare la nostra arroganza, il nostro egocentrismo, le immagini che abbiamo di noi stessi e che vorremmo far riconoscere al mondo intero. Guardiamo in faccia le nostre paure, la nostra ignoranza rispetto all’essenza della vita. Iniziamo a far affiorare la consapevolezza della transitorietà delle nostre esistenze, il fatto che alla fine di questo viaggio ci attende la morte, con la sua potente domanda aperta su un senso ben più grande del semplice vivere per mangiare, riprodursi e accumulare ricchezze.

Se iniziamo a vedere quanto fragili e piccoli siamo, forse smetteremo anche di lottare uno contro l'altro, e inizieremo a collaborare, come un unico armonico organismo, per creare vero Ben-Essere interiore ed esteriore per tutti.

Se smettiamo di pensarci entità scisse, monadi eterne e onnipotenti, forse ritorneremo a indagare veramente il significato più profondo delle nostre esistenze, andando finalmente oltre le parole, le ideologie e le tradizioni, e riuscendo, così, a percepire quella presenza incommensurabile che abita e muove anche l'ultima stella di questo universo.

"Io non sono nessuno, non desidero essere nessuno, tanto meno essere riconosciuto da qualcuno, né in vita né in morte, ma desidero tremendamente e immensamente vivere pienamente, senza paura di me stesso, pertanto senza paura degli altri. Desidero condividere amore e bellezza con ogni essere vivente che incontro lungo il mio cammino!"

Che mondo sarebbe se iniziassimo anche solo a pensare, sognare e desiderare onestamente tutto ciò, sino a renderlo reale, sino a poterlo consegnare ai nostri figli?

Un caro saluto a tutti
Pier

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Commenti   

# adelaide 2011-07-26 15:03
Che gioia risentirti,Dadr im,e come sempre,purtropp o, con dei temi di terrificante realta'.la descrizione di una Umanita' allo sbando,ci fa tremare e sentire ancor piu' fragili,ma cosa e come possiamo fare noi,in minoranza,a spargere il seme della Pace,dell'Amore ,della Consapevolezza?
Se gia' si uccide tra fratelli,tra genitori,se si creano divari enormi tra generazioni? Io pure mi trovo in difficolta' nel mio piccolo mondo quotidiano,ness uno e' disposto a vedere,a udire,nella mia piccola persona faccio quello che posso, ai figli,lascio in dono l'esempio,spera ndo che un domani possano attingerci,a chi incontro e tutti gli altri invio amore,do benevolenza,ris petto,ecc,null' altro posso fare,perche,tu ben sai,non c'e peggio sordo di chi non vuol sentire...
Sara' mai, un giorno,un miracoloso giorno,in cui tutti saremo veramente Uno?
Un caro abbraccio,Dadrim,
Angelo di Luce,io ti amo,e ti ringrazio,per farmi sentire meno isolata,di allietare ed arricchire il mio cammino,ogni tuo scritto e' una pietruzza,sulle fondamenta,dell a mia Anima...
# Renato 2011-07-26 15:25
LA GRANDE MENZOGNA CREATA DALL'UOMO -

L'UOMO CREATO A IMMAGINE E SOMIGLIANZA
DI DIO

A QUALE DI QUESTI DEI.


DIO = COSCIENZA. CHI É SENZA COSCIENZA NON HA DIO, ECCONE I RISULTATI.
# pamitrano 2011-07-26 16:18
Non ho parole per quello che e' successo ad Oslo,sono molto indignato.Salut o con gioia Dadrim, e il Signor Renato da Caracas che ascolto sempre volentieri.Paol o
# Cristiana 2011-07-27 07:25
grazie per il tuo bell'articolo! E' sempre un piacere leggerti.

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