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I più furbi sono sempre i primi nella corsa degli stupidi!

La gara dei furbi Luigi ha scritto: “Perché i più furbi e spietati sono sempre i primi in questo mondo?”

Pier ha risposto:La tua domanda mi fa venire in mente una simpatica storiella. <<Un’elegante signora entrò nella banca più importante della sua città e andò direttamente all’ufficio del direttore che era impegnato in un colloquio con una coppia di anziani da sempre suoi clienti. La donna, arrogante e spavalda, aprì la porta a vetri dell’ufficio e, prima che qualcuno potesse dire qualcosa, rivolgendosi ai due clienti, perentoria esclamò: “Voi due, fuori da qui! È tempo di fare veri affari. I vostri quattro risparmi possono anche aspettare!” Il direttore, allibito, si alzò in piedi e rosso in viso per la vergogna e la rabbia replicò: “Ma lei chi si crede d’essere. Io sono il Direttore Generale di questa banca e questi sono due miei stimatissimi clienti da sempre. Come si permette, vada subito fuori da qui o chiamo la sicurezza!”.

A quel punto la donna, impassibile, ribatté: “Mio caro direttore, per quanto stimati siano questi due, io non ho tempo da perdere e se lei mi da cinque minuti le potrei far guadagnare 200.000 euro in meno di ventiquattro ore, decida lei!” Il Direttore, a quel punto, un po’ imbarazzato ma convinto della possibilità dell’affare dal tono deciso della giovane donna, rivolgendosi ai suoi due vecchi clienti disse con voce gentile: “Scusatemi signori miei ma vedendo la scortesia e la cocciutaggine di questa signorina vi chiedo cortesemente se vi fosse possibile lasciarmi solo con lei due minuti per cercare di riportarla alla ragione e alle buone maniere”. I due anziani signori, scocciati, si diressero verso la sala d’attesa. Non appena richiusa la porta, la donna replicò: “Io sono certa che lei ha i testicoli triangolari!”. “Ma come si permette” ribatté il direttore, “ora la faccio veramente sbattere fuori”. “Aspetti un secondo mio caro Direttore, scommetto 200.000 euro che se domani ritornerò qui da lei e mi lascerà toccare un secondo i suoi attributi, proverò che lei ha i testicoli triangolari. Sono disposta a firmarle una dichiarazione subito. Se avrò ragione lei mi darà solo 10.000 euro, ma se non sarà come credo, io le dovrò dare 200.000”, affermò nuovamente la giovane donna, decisa più che mai. A quel punto il Direttore, allettato dalla sfida e certo di non avere i testicoli triangolari, accettò la proposta, e alla presenza di un notaio i due firmarono l'accordo. Alle otto in punto del giorno dopo la donna entrò nella banca in compagnia di un distinto signore. “Buongiorno mia cara, vedo con piacere che mantiene le sue promesse, ma chi è questo egregio signore qui con lei”, chiese il Direttore. “Questo è il mio avvocato. È qui solo per vedere che tutto accada correttamente. Bene, possiamo iniziare”, ribatté lei. “Ma prego, faccia pure” replicò il Direttore soddisfatto e convinto di sé.

A quel punto la signora calò piano i pantaloni del direttore, poi le mutande e, felice più che mai, gli strinse i testicoli voltandosi compiaciuta verso il suo avvocato, il quale cadde a terra svenuto. “Mio Dio, cosa gli è successo”, esclamò il Direttore cercando di ricomporsi in fretta. “Oh nulla, è un semplice malore” replicò la donna, “ieri ho scommesso con lui un milione di euro che entro le nove di questa mattina avrei tenuto per le palle il Direttore Generale della banca”>>.

Caro Luigi, le ricchezze materiali sono limitate, ed è proprio la loro natura limitata a renderle ambizione degli avidi. L’avidità infatti nasce in relazione a ciò che è finito, esauribile, dominabile e sfruttabile. Ciò che è indomabile e illimitato, l’individuo avido tenterà sempre e solo di distruggerlo, poiché tutto quel che non può possedere e dominare gli rispecchia continuamente la sua impotenza e piccolezza!

Gandhi disse: “La terra è abbastanza ricca per soddisfare i bisogni di tutti, ma non l’avidità di ciascuno.” Ecco in una frase la risposta ad ogni nostra domanda. Chi partecipa alla corsa dei furbi corre unicamente mosso dall’avidità, ma in una gara di questo genere solo pochi possono stare alla testa del gruppo dove, nei fatti, nessuno giunge mai al traguardo, poiché una fine, per chi vuole sempre di più, non può mai arrivare, altrimenti terminerebbe il senso stesso della motivazione che dà vita alla gara. Vista in questo mondo la corsa dei furbi è, in realtà, un girotondo di stupidi! Diversamente, se intraprendiamo il viaggio delle persone intelligenti, tutti giungeremo al traguardo e saremo primi, perché questo viaggio nasce dal nostro più intimo e profondo bisogno d’amore e condivisione, e termina nel centro della nostra coscienza, dove ognuno di noi può giungervi, libero e felice senza competizione alcuna.

Intelligenza e furbizia non sono la stessa cosa. La furbizia è uno sforzo, mosso esclusivamente dall'avidità, per raggiungere uno specifico obbiettivo. L’intelligenza invece è l’espressione della nostra capacità di riconoscere la natura indivisa dell’Esistenza e di amare.

Quando realizziamo che nulla in realtà vive separato dal nostro stesso esistere e sentire, nessuna nostra azione potrà mai più esprimersi attraverso le forme dell’avidità, del dominio e della violenza. Ciò che è fuori di noi è solo un riflesso di quel che è dentro, e ciò che facciamo a chi pensiamo alieno a noi è sempre anche qualcosa che stiamo facendo a quel “noi stessi” che ancora non conosciamo. Se ciò è compreso e visto profondamente ogni forma di conflitto e prevaricazione diviene impossibile.

Un abbraccio,
Pier
mod. 05.03.2023

Tags: Riflessioni sulla vita, Politica

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Commenti   

# Sara 2009-01-27 00:29
Caro Dadrim, non puoi nemmeno immaginare quanto tempo ho sprecato nel tentativo di vincere la corsa degli idioti, ma ora non ne posso veramente più. Quanto tempo c'è voluto però, prima di capire che tutto ciò che facevo era veramente solo uno stupido inconcludente girotondo... Sono riuscita ad accumulare una discreta ricchezza, ho una buona posizione sociale, faccio le mie belle vacanze in posti rinomati, i miei figli vanno entrambi in scuole private... e io, tutto ad un tratto ho sentito che nonostante abbia lottato con i denti per raggiungere tutto questo, non ho saputo vivere ciò che ora non torna più. I miei figli li vedo una volta al mese, e prima anche meno, sono praticamente stati cresciuti da una mia sorella, quei pochi amici che ho mi cercano più per favori che per altro, e io sono qua a più di 50 anni che mi chiedo se ne valeva la pena... poi leggo il tuo blog e mi viene proprio da dire che forse sarebbe stato meglio gurdare a tutte quelle cose che ho sempre avuto vicino a me, ma che non mi sono mai sembrate così urgenti, importanti e care come mi sembrano ora che forse non le ho più. Chi mi ridà l'infanzia dei miei bambini? Il mio conto in banca no di certo...

Un caro saluto,
Sara
# Federica 2010-12-13 12:31
Sicuramente ora per te è tempo di rimpianti. Intanto, però, per il resto hai raggiunto tutto quello che hai voluto. I soldi non danno certo la felicità e non fanno vivere meglio gli affetti, ma risolvono un bel pò di altri problemi. Tu non lo hai di certo il timore di finire sotto i ponti, prima o poi. Di cosa ti lamenti?

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