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Il lavoro come atto creativo o tormento infinito

Luca ha scritto: Caro Pier, potresti dire qualcosa sul tema del lavoro, per uno come me che ogni mattina, quando si deve alzare per andare a lavorare, sente una morsa allo stomaco.

Pier ha risposto: La condizione di vita umana più naturale, sana e appagante si realizza avendo la possibilità di meditare, ascoltare le voci della natura, sentire gli odori, vedere le immagini del mondo che sta fuori e dentro di noi, passeggiare, correre, nuotare, ballare, suonare, cantare, dipingere, fare e creare cose con il corpo e la mente, giocare, ridere, vivere le emozioni, liberare i nostri pensieri più profondi, generare relazioni fondate sulla comprensione, l’aiuto reciproco, lo scambio di piacere fisico, mentale e spirituale.

La condizione più naturale e sana della vita umana consiste nel creare reale benessere per tutti, coesione sociale, bellezza, progresso tecnologico in piena armonia con le leggi della natura. In poche parole, la condizione più sana e naturale dell’uomo si esprime attraverso la creatività e l'amore, che sono manifestazioni prime della dimensione spirituale. Ogni nostra azione ed ogni nostro progetto di vita dovrebbero avere come primo ed ultimo fine il raggiungimento di uno stato di libertà interiore, emotiva, mentale e fisica, pertanto il raggiungimento di una condizione esistenziale da cui poter vivere i piaceri e in cui poter rimanere ricettivi anche ai dolori più intensi.

Il vero artista è colui che produce ricchezza attraverso l’esercizio delle facoltà più naturali e sane dell’essere umano. Il vero artista è colui che fa del suo massimo piacere spirituale, mentale, emotivo e fisico il suo lavoro, la sua fonte di guadagno. Solitamente il lavoro è concepito principalmente come mezzo necessario alla sopravvivenza e, quando va bene, come mezzo per reperire tempo e strumenti per vivere ciò che ci appaga. Questa dimensione di vita è terrificante se consideriamo che il lavoro occupa circa l’ottanta, novanta percento delle nostre vite e si concretizza in attività non intrinsecamente piacevoli, elevate, sane e significative. La gran parte della nostra vita trascorre in attività non desiderate per la loro stessa natura, quindi non v’è da stupirsi se la maggior parte delle persone muore infelice, se non disperata! Se riuscissimo a rendere i nostri piaceri e significati più elevati fonte del nostro guadagno, genereremmo un circolo virtuoso nel quale il nostro piacere e le nostre capacità ci danno la possibilità di vivere ancor più piacere e implementare le nostre abilità. Ovviamente nel piacere includo tutti i piani dell’essere umano: fisico, mentale, emotivo e spirituale.

Ogni individuo è dotato di grandi capacità, ma il più delle persone eccelle principalmente in alcune dimensioni. Chi in quella fisica, chi in quella mentale, chi in quella emotiva e chi in quella spirituale. Più un individuo riesce a sviluppare tutte le sue dimensioni, più diviene vasto e ricco, ma, qualora questo non fosse possibile, sviluppare il proprio dono predominante è cosa più che sufficiente per essere persone realizzate e serene.

L’unica dimensione dell’essere umano che da nessuno può essere trascurata o negata è quella spirituale, poiché da essa viene ogni possibilità di realizzazione. Infatti, le dimensioni mentale, emotiva e fisica, se non sono guidate dalla "luce" della dimensione spirituale divengono aride e grande fonte di sofferenza e ignoranza. La dimensione spirituale è quella dimensione che nutre, dirige e dà significato a tutte le altre attività, ed è la dimensione verso cui dovrebbero tendere tutte le nostre attività, poiché è principio e fine del nostro stesso esistere. In cosa consiste la dimensione spirituale? Consiste nell’essere individui totalmente sensibili alla natura, agli uomini, a se stessi, liberi da ogni paura, individui che vivono totalmente radicati nella bellezza e nella realtà che pervade il presente, e che pertanto non accumulano oltre il necessario, non pianificano e si organizzano per difendere proprietà unicamente per nascondere la loro paura di non essere più.

Chi vive nel presente scopre ciò che veramente “è”, scopre il reale, l’Essere, pertanto non si inganna più attribuendo a cose transitorie ed effimere la qualità dell’essenziale. Chi vive il presente è l’unica persona capace di godere pienamente tutti i piaceri della vita, capace di amare e di sorridere. Chi vive il presente è l’unica persona che non può fare lavori idioti, volgari e dannosi, proprio perché vive unicamente della bellezza che nasce dal rendere ogni singolo istante un momento di creatività, condivisione e vero sviluppo. I lavori volgari e dannosi consistono in tutte quelle attività che hanno come loro fine unicamente il guadagnare denaro, il generare potere per alcuni e paura, povertà e debolezza per altri. I lavori malati sono tutti quei lavori che non nascono dall’attività di persone che vivono avendo come loro faro la pluralità della vita. Fare il politico può essere un lavoro creativo e utile per tutti se si lavora partendo dalla dimensione spirituale della vita, ma può essere un lavoro miserabile e deprecabile se si parte da una visione egoistica e superficiale dell’esistenza. Lo stesso vale per chi fa il muratore, il musicista, l’attore, il panettiere, l’idraulico o lo scienziato. Il problema pertanto non sta in cosa facciamo, ma in come e perché lo facciamo.

 

Tags: Ricerca della felicità

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