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Spiritualità

Senza speranza tutto è solo disperazione

Speranza ha scritto: Ciao caro Pier, come va? Ti chiedo se trovi un attimo per spendere una parola per me. Illusioni di disperazione sembrano assalirmi, eppure avevo imparato a non lasciarmi ingannare, avevo imparato che dietro ognuna di esse, dietro ogni sogno, che sia di veglia o di sonno, c'è la realtà e ci sono io. Eppure c'è, è alla mia presenza. Un'illusione di disperazione così acuta, senza forma, senza nome, senza etichetta mondana. Senza nessuno o qualcosa che la rivendichi. Ma è qui. È strano o buffo, ma  è come se io non c'entrassi nulla con lei, anche se so che solo da me può sorgere e non ne è separata. Arriva acuta e ad ondate. Che fare, se non stare, se non guardare? Che dire, che pensare, che non siano concetti e idee, concetti e pensieri abbandonati perché rivelatesi falsi, inconsistenti, depistanti. Forse per questo sembra più acuta, perché non ho e non offro appigli, non ci sono santi o un dio cui rivolgermi. A cosa o a chi mai si può affidare un'illusione? Grazie.

Pier ha risposto: Mi sento di darti due risposte. Sta a te scegliere quale prendere o se rifiutarle entrambe. Se però senti che una delle due ti tocca, seguila senza fare resistenza, affidati, confrontiamoci ancora e ancora, disposti a vedere sino in fondo, ad ascoltare totalmente. Ma più di ogni cosa scegli e fallo totalmente, fosse anche rifiutarle entrambe.

Prima risposta.

Il termine disperazione designa l’opposto di speranza, è lo stato emotivo che percepiamo quando perdiamo ogni speranza. Ne consegue che una speranza infranta alberga nel nostro cuore e nella nostra mente con un nome, un colore e un sapore. Meditare è osservazione e comprensione. Se etichetti facilmente tutto come falso, inconsistente, depistante, non ti stai forse attaccando a questi concetti negativi, proprio convinta di esserti liberata dai concetti e dalle idee, insomma, dai condizionamenti? Affermare che tutto è falso e inconsistente, che dietro ogni percezione esiste il percettore, la realtà, non è forse un modo per evitare di vedere ciò che realmente è e c’è?

Dici: “Forse per questo sembra più acuta, perché non ho e non offro appigli, non ci sono santi o un dio cui rivolgermi”.

A chi non offri appigli? Alla disperazione? Ma la disperazione non si aggrappa a nulla. Essendo un’illusione, se il “percettore” non la trattiene questa non può persistere. Un’illusione non ha una volontà. Sei tu che ti aggrappi, ma non alla disperazione, poiché questa è solo un’ombra di un moto interiore che sembri voler negare, un moto che si chiama speranza!

Se neghi questa speranza, se non ne divieni consapevole dandole un volto, la disperazione aumenterà e ti paralizzerà interiormente magari proprio quando sei ormai ad un passo dal risveglio.

Perché non ha nome, voce e colore questa speranza? Forse perché ha fatto la fine che gli hai fatto fare al mondo intero l’ultima volta che ci siamo visti? Ricordi? Quel mondo che hai tramutato in un’illusione dell’Io e che ti dissi ti valutare bene. So che Nisargadatta le spara grosse in merito, ma va vagliato con grande attenzione cosa tenta di comunicare con certe affermazioni a mio avviso confusive.

C’è chi spera di avere una macchina più grande, chi spera di divenire ricco e potente e chi spera di comprendere la vita, di liberarsi dalla paura e dalla sofferenza per sempre. La speranza è energia, è la benzina che muove il “motore interiore” dell’individuo, è ciò che ci porta dalla macchina più grande alla liberazione interiore. La speranza va diretta, illuminata dalla consapevolezza, ma mai dovrebbe essere ostacolata, rimossa o perduta. Senza speranza tutto è solo disperazione, e nella disperazione la mente e il cuore vanno in rovina.

Hai lavorato molto, hai abbandonato molte cose per avvicinarti sempre più all’essenza della vita, alla libertà e all’amore più veri. Li desideri, speri che tutto ciò accada con tutta te stessa, ma allo stesso tempo leggi di continuo in molti testi mistici, e in un certo senso sai anche con certezza, che per divenire totalmente liberi e “risvegliarsi” ogni cosa va abbandonata, anche la speranza di ottenere ciò che nei fatti ti ha portata sino a qui, in un luogo ove non v’è più alcun piacere del corpo, sogno della mente, desiderio dell’ego. E così, stoicamente, allontani anche l’ultima speranza, la rifiuti, la ricacci negli abissi del cuore… ed ecco che il suo riflusso arriva potente, vendicativo, impietoso: la disperazione!

Provando ad ascoltare ciò che ho sentito negli ultimi nostri incontri mi dico che forse ti sta accadendo questo. Ma quella speranza che ti ha portato sino a qui, sulla “soglia”, non la puoi negare, reprimere, annichilire o sminuire. L’ego masochista e amante del cilicio si comporta così! Quella speranza è la luce della vita, è l’essenza stessa che vai cercando. Ora che sei lì, sulla “soglia”, non hai che Lei per bussare alla porta, per farti sentire e per sperare che qualcuno ti apra. SPERA di poter finalmente essere definitivamente libera, felice, leggera, priva di angosce e pesi del passato. SPERA poiché non ti è rimasto altro, spera sino a quando non vi sarà più qualcuno a sperare, sino a quando sarà rimasta solo SPERANZA.

Seconda risposta.

Anche la disperazione non è altro che un oggetto percepito dalla consapevolezza. Come viene se ne va. Rimani alla “radice” della Coscienza, dove l’“Io sono” sorge, senza dare importanza ai fenomeni percepiti. Fra la percezione di un capello che viene mosso dal vento e quella di una profonda e tremenda disperazione che ci attanaglia l’anima non v’è alcuna differenza. Per l’essere sono irrilevanti!

Meister Eckhart scrisse: “Perciò preghiamo Dio di diventare liberi da Dio, e di concepire e godere eternamente la verità là dove l'angelo più alto e la mosca e l'anima sono uguali; là dove stavo e volevo quello che ero, ed ero quel che volevo. Perciò noi diciamo: se l'uomo deve essere povero nel volere, deve volere e desiderare tanto poco come voleva e desiderava quando ancora non era. In questo modo è povero l'uomo che niente vuole.” (frammento tratto da “Beati pauperes spiritu, quia ipsorum est regnum coelorum”)

Abbandonati alla riposta che senti più tua e sii felice, sii libera!

Un abbraccio grande,
Pier

Tags: Equilibrio interiore

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