Qual è il tuo talento?
Nina ha scritto: Come si concilia tutta questa spiritualità con la vita pratica? In quanto alla realizzazione non so se intendiamo esattamente la stessa cosa. Per me realizzarmi vuol dire ANCHE trovare un ambito in cui posso esprimere un talento, una capacità, una risorsa, e con il quale magari riuscire a campare e sentire che sto dando il mio personale contributo alla collettività. In fondo tu non fai l'impiegato in banca ma hai trovato il tuo personalissimo modo di stare al mondo “realizzando” te stesso per ciò che sai e che sei. Sbaglio? So che questa mia risposta è anni luce lontana dal tenore di questo blog e ti farà venire l'orticaria, ma questo passa il mio convento per ora. Grazie!
Pier ha risposto: Personalmente ho fatto molti lavori per portare avanti il mio “modo di stare al mondo”, come lo chiami tu. Pensa che una volta, per guadagnare qualcosa, sono stato giorni sul ciglio dell’autostrada chiuso in una macchina con una specie di computer in mano, a contare le auto, i camion e le moto che passavano. Per ogni macchina che passava dovevo premere un pulsante, per le moto un altro, e così via. Pagavano pure bene per fare questa cosa bizzarra. Solo per brevi periodi sono riuscito a campare facendo unicamente qualcosa che amavo totalmente, almeno per ora è sempre andata così. Ma poco male. Puoi non essere portato per fare da mangiare ma se ti bussa alla porta un bambino affamato non credi che prepareresti il pranzo con amore? Ecco, dobbiamo trovare quel bambino affamato che ci fa scoprire un senso in tutte quelle cose difficili e a volte poco piacevoli che la vita quotidiana comporta. Se trovi il tuo bimbo affamato trovi anche il tuo talento. Non viceversa, non cercare il talento con la testa senza aver trovato il bisogno, non cercare la sazietà. Cerca la fame, lascia affiorare la fame di vita!
A mio avviso non è che non hai spinte, hai paura di scoprire, di lasciar affiorare le tue spinte! Mai si sa che non vogliano mandare in frantumi i vasi di cristallo del tavolino della nonna. Sino a quando stai così come sei ora non disturbi e spaventi nessuno, nemmeno te stessa. Al massimo ti annoi e offri il fianco per facili consolazioni. Vuoi trovare un talento? Perché? Che hai un talento di solito te lo dicono sempre gli altri, magari dopo, magari quando sei morto. Quando eri in vita forse hai dovuto vendere un tuo quadro per un piatto di minestra, poi un giorno, quando sei morto, “scopri” che qualcuno dovrebbe vendere milioni di minestre per comprare quello stesso quadro. Buffo no? Tu fai qualcosa che ami, la fai e basta, se porta applausi bene, se porta soldi bene, se non porta nulla la continui a fare perché la ami fare, perché è il tuo amore, perché è portatrice di gioia. Cos’altro vorresti? Soldi? Quelli si trovano quasi sempre, dipende tutto da cosa e quanto chiedi.
Insomma, cosa ami fare più di ogni cosa, più di ogni denaro o riconoscimento? Se cerchi riconoscimento e soldi, ma non provi amore per ciò che fai è prostituzione: c'è chi prostituisce il corpo e chi, la maggioranza, prostituisce l'anima, si dice non sia illegale. Trova il tuo amore e ti salvi da “malattie infettive dell’anima” ed eventuale futura illegalità.
Per quanto riguarda la società, dal mio punto di vista il tuo personale contributo alla collettività lo dai quando dai a te stessa la possibilità di comprendere ciò che ami incondizionatamente e per questo ti spendi così serenamente ed energicamente da poter persino iniziare a condividere felicità ed energia. Tornando poi ai genitori. Se vivi per ciò che ami trovi un senso anche nel chiedere denaro a chi ti sta accanto, fossero anche i tuoi vecchi e brontoloni genitori. Se brontolano nel dartelo è un problema loro perché tu sai che il denaro lo stai usando per qualcosa di importante e che dartelo o meno è una scelta che spetta solo a loro. Se non te lo volessero dare lo cercheresti comunque da qualche altra parte. Trova ciò che ami più dei tuoi bisogni e avrai trovato la libertà.
Tags: Sofferenza, Ricerca della felicità, Aiuto psicologico
Commenti
Acquisisci questo atteggiamento, fallo sedimentare e, contemporaneame nte, spenditi nella vita pratica. Coinvolgi le tue energie nel fare allontanandole sempre più dal pensare. Dipingi le pareti a case dei tuoi amici (io lo faccio spesso), aiuta i tuoi genitori nelle cose di casa, nella spesa, nel lavoro se ne hanno uno (anche se ti fa sentire bimba dipendete), vai a correre al parco. Mi pare che tu abbia anche un compagno, ecco, non serve che entri nello specifico, ci siamo capiti, e se non ci siamo capiti forse devi cambiare compagno. Insomma, vivi come se avessi un solo giorno e come se ti meritassi tutto l'amore e la felicità del mondo. Provalo perché non è solo un esercizio, è la realtà dei fatti. Ti stai sprecando vita perché pensi di non meritarti la vita. Questo è un tarlo molto comune nella mente di tante persone. Inceneriscilo! Più la mente perde la sua presa, più scopri non solo che ti meriti tutto l'amore e la felicità del mondo, ma che tu puoi anche dare amore e felicità, cosa che è infinitamente più appagante. Ricevere e meritare, per quanto nobili siano, sono sempre forme di dipendenza. Dare e creare senza alcun metro di misura è libertà estrema.
Un caro saluto
D.
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