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Meditazione

Nessuna strada ti riporterà a casa

Giorgio ha scritto: Pier, provo i tuoi consigli per una meditazione attenta e passiva, eppure ancora non ci siamo. Devo trovare un modo per me più favorevole affinché la mente lasci il posto alla consapevolezza. Forse mi aspetto dei risultati veloci, di "volare" come un tempo. Ho fretta di rivedere la "luce" di quel posto che ho sentito come la mia "Casa" tanto tempo fa? Non penso di chiedere troppo, "è" la nostra naturale Essenza, ciò che dobbiamo riconquistare.

Pier ha risposto: Noi non possiamo raggiungere nulla. Possiamo solo lasciare andare i giochini della mente, staccarle la spina. Fra i giochini della mente forse il più furbo e ingannevole è proprio la convinzione di poter raggiungere pace e amore. Se pace e amore sono la nostra stessa natura, come possiamo raggiungere ciò che già siamo? Come faccio ad arrivare dove già sono? Mi spiego? È come in un sogno. Stai sognando di non essere a casa tua e chiedi alle persone che incontri quale strada devi prendere per tornare dalla tua famiglia. Nessuna strada ti riporterà a casa, ci sei già, ma stai dormendo.

Smetti di credere ai sogni, rimani in compagnia della tua coscienza vigile sino a renderla più intensa dell'energia che negli anni hai investito nel pensiero. Non alimentare il desiderio di pace e amore o ciò che credi di aver sperimentato un tempo. Avessi pure sperimentato qualcosa di reale, nel momento in cui diviene memoria, non è più sorgente viva ma stagno putrido. A volte, l'affiorare della quiete dell'Essere lascia nella mente un'indistinta memoria d'intensa piacevolezza. Questa memoria diviene facilmente feticcio del pensiero, dominio dell'ego, sua esperienza che desidera riprovare. Ma, se ben riflettiamo, tale memoria è solo un ostacola alla possibilità di Essere sempre e nuovamente. Lascia andare tutto! Rimani esattamente così come sei. Se la mente brontola, riporta la tua attenzione a quel Colui che percepisce il brontolare, perché quel Colui è l'unico pertugio da cui filtra un po' di consapevolezza, un po' di acqua di sorgente. Se i pensieri sono tanti e intensi, osservali passivamente, come non fossero un tuo affare. Se ti catturano nella loro rete, appena te ne accorgi riporta la tua attenzione alla radice della coscienza, là dove semplicemente sei. Pratica così, prova, paziente e fiducioso, senza smanie di ottenimenti! Chi deve raggiungere cosa?! Tutto è già come deve essere. Se procedi in questo modo noterai che non puoi essere consapevole della tua presenza e contemporaneamente preso dai pensieri e dai desideri. Sarebbe più giusto dire che non puoi essere e pensare. O sei o pensi, una cosa o l'altra. Più la presenza aumenta, più la mente condizionata diminuisce. Quando non v'è più mente chiacchierona lo stato naturale della coscienza ritorna a "brillare". Ma ciò non è qualcosa che raggiungi, è qualcosa che ti accade quando ti sei focalizzato e rilassato nel "ventre" della tua stessa presenza, alla radice della coscienza.

Meditando in questo modo noterai che la mente si incazza. Quando l'energia che solitamente viene convogliata nell'abitudine mentale del chiacchiericcio viene convertita, diretta verso la sorgente, è facile percepire nervosismo, senso di inutilità o persino angosce di morte e varie paure indistinte. Poco male! È la vecchia struttura emotiva-mentale che lascia il posto al nuovo. È il sogno che si sta spezzando. Qualsiasi cosa affiori non dobbiamo alimentarla con il nostro interesse, la dobbiamo lasciare uscire esponendola al sole e all'aria aperta della consapevolezza attenta, ma passiva (cioè disinteressata). Un po' alla volta ogni perturbazione interiore si acquieterà lasciando sempre più spazio all'Essere.

Un caro saluto,
Pier

 

Tags: Ricerca della felicità, Equilibrio interiore, Pace della mente

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